La materia si priva della sua essenza

Sogno e realtà, razionalità e impulso creativo si fondono perfettamente per dare vita alla materia, rendendola unica ed irripetibile nell’occhiale Sahin di Götti e nella serie di oggetti di design di Kartell firmati Philippe Starck. In ambedue i progetti il rigore s’intreccia al mistero e alla razionalità: la materia stessa attraverso le sue trasparenze della sua essenza a divenire magicamente “non materia”.

KARTELL, MODELLO LOU LOU, DESIGNER PHILIPPE STARCK
Nel lontano 1999 Kartell inizia una sorprendente sfida tecnologica ed estetica portando nel mondo del design la grande rivoluzione del policarbonato con Marie, la prima sedia al mondo realizzata con questo materiale per mano di Philippe Starck, genio indiscusso dell’interior design.
Marie ha ridisegnato il panorama domestico 2.0 degli oggetti realizzati industrialmente in plastica ed è diventato il “motore madre” della più grande e inarrestabile mission della maison: fare della plastica una materia nobile dell’industria del design, rendendo così possibile la traduzione sintetica di una qualità appartenuta prima di allora sempre e solo al vetro: la trasparenza. Kartell dà allora il via alla serie “Ghost”: la seduta Victoria Ghost, più snella del compagno Louis Ghost, gli sgabelli Charles Ghost, lo specchio Francois Ghost, fino ad arrivare alla “figlia”, la seduta per bambini Lou Lou Ghost.

GÖTTI
Götti inizia la sua avventura nel mondo dell’occhiale nel 1993 facendo da subito sua la filosofia del Less is More. Le sue collezioni mirano a portare sugli occhi la sobrietà per lasciare spazio all’espressione del carattere personale. Grazie a proporzioni armoniche e al ricorso alla tecnologia moderna, le montature sono sinonimo di design senza tempo ma anche di funzionalità. Le trasparenze del modello Sahin hanno debuttato in anteprima all’edizione di quest’anno di Silmo.