Ubiquità mentale

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DI ROBERTO RASIA DAL POLO

Contrariamente a quanto si pensi, un venditore è chiamato a una vita abbastanza frenetica. Da sempre associo i venditori, anche quelli che trascorrono la propria giornata in un negozio, ai creativi.
Frédéric Beigbeder ha scritto provocatoriamente: “Un creativo non ha orari, ma solo ritardi”. Ci sono tante strategie per essere in più posti contemporaneamente o, meglio, per gestire al meglio la propria agenda e di questo concetto sono pieni decine di libri. Da chi predica una severa pianificazione della propria giornata e della propria attività commerciale, a chi consiglia di affidarsi a terzi per la sua gestione.
Confesso che ho sempre trovato un po’ noiose tutte queste teorie, semplicemente perché non mi appartenevano. Ognuno deve trovare il proprio metodo, altrimenti si finisce a imporre a chi è ordinato di essere più creativo e a chi ha una scrivania caotica di mettere ordine. Sono tutti palliativi che non risolvono il problema dell’auto-organizzazione. A un corso ho sentito che la qualità di un professionista si misura nella quantità di email segnate come ‘non lette’ nella propria casella di posta.
“Non devono essercene più di 10”, ammoniva il docente. In questo momento, io ho 5.866 email non lette, perché lo uso come sistema per evidenziare email particolari rispetto ad altre meno urgenti. Quindi, la mia qualità di venditore e comuncatore è per questo inferiore?
Il mio unico consiglio è quello di seguire il proprio istinto, non prima di aver sbirciato il proprio vicino! Interessarsi sulle tecniche altrui è utilissimo, imparare, leggere e rubare i segreti degli altri è fondamentale. Ma, poi, è solo la nostra discrezionalità che può creare un metodo perfetto per il nostro modus operandi.
Come ubiquità, dunque, intendo un altro concetto, ben più affascinante. Ovvero la capacità di un venditore di saper affrontare più di un argomento contemporaneamente.
La sua velocità nel chiudere un file mentale e aprirne un altro, come se il suo cervello fosse un desktop di un enorme e performante computer. Lì sì che, a mio parere, si può misurare una reale qualità di un professionista.
Quando vi squilla il telefono mentre state parlando (ammesso e non concesso che rispondiate), ricordate sempre il punto a cui eravate rimasti?
Perdete spesso il filo del discorso che fate?
E, mentre vi parlano i clienti, riuscite a utilizzare la S di Sensibilità e giudicare serenamente lo spessore del pensiero altrui, facendovi attrarre o repellere dalle varie filosofie?
La capacità dell’ubiquità mentale si acquisisce col tempo e non è propria di tutti.
Ci sono persone che vanno in tilt semplicemente se ricevono un telefonata inerente un progetto in un giorno in cui sono concentrati su un altro lavoro.
A un venditore, oggi, come a qualsiasi manager d’impresa, è richiesta la capacità di saper gestire più business contemporaneamente, senza perdita di informazioni né di performance su uno dei progetti presenti sulla propria ‘scrivania mentale’.
Ci sono modi per imparare? Non tanti, anzi, a dire il vero, applicazioni concrete e utili esercizi al riguardo scarseggiano. Mai come in questo caso, si può affermare che sia l’esperienza a creare una skill. L’utile consiglio, dunque, è quello di non sottrarsi alla pratica di pensare a più cose contemporaneamente, ma anzi di esporsi volutamente a questa pratica.
Nonostante qualche disagio iniziale e stando ben attenti a non combinare guai, è possibile acquisire una buona ubiquità mentale, caratteristica che aiuta moltissimo il comunicatore nell’affrontare problemi diversi e imprevisti sempre frequenti.
Alla base, ovviamente, stanno due qualità soggettive: la capacità di concentrazione prolungata e uno spirito di osservazione che non è proprio di tutti i venditori.

Tratto da “Occhio, ti manipolo!” di Roberto Rasia dal Polo www.RobertoRasia.it