Alessandro Spiezia – Il futuro visto dall’ottico del Papa

di Paola Ferrario

Il parere di un veterano del settore: Alessandro Spiezia.

La classe e la gentilezza sono la sua carta d’identità. Alessandro Spiezia, oramai da anni protagonista delle cronache internazionali perché Papa Francesco lo ha “eletto” come suo ottico recandosi di persona nel suo negozio di via del Babuino, nel cuore di Roma, racconta il settore in queste pagine.
Abbiamo voluto iniziare questa serie di interviste “fuori dai denti” proprio con lui per celebrare la professionalità e la correttezza che lo hanno distinto in oltre cinquant’anni di attività.
Un cammino lungo che ha visto tra i suoi clienti molti personaggi famosi: da Edoardo De Filippo a Giulietta Masina, da Federico Fellini a Marcello Mastroianni, da Alberto Sordi a Mario Monicelli, da Luigi Magni a Francis Ford Coppola, ad Anita Ekberg…
Ma lui non si è montato la testa. Anzi, ha dichiarato a P.O. Platform Optic che “alla fine non sono nessuno, solo uno dei tanti ottici italiani…”.

QUALI SONO LE ATTUALI CRITICITÀ DEL NOSTRO SETTORE?
Negli ultimi anni il settore dell’ottica ha subito forti cambiamenti che ritengo molto critici.
La prima criticità è legata alla presenza di una miriade di negozi caratterizzati da poca professionalità.
Questi centri ottici praticano la politica dallo scontismo: più il prezzo dell’occhiale è basso, più si va avanti.
Tutto ciò per la categoria non rappresenta un bel biglietto da visita!
La seconda criticità è legata alla vendita degli occhiali on line: mi domando come sia possibile vendere occhiali attraverso questo canale? Tutti i dati tecnici non sono considerati ma, soprattutto, come si riesce ad avere una visione corretta?

QUALI SONO INVECE GLI ASPETTI POSITIVI DI QUESTA REALTÀ IN CONTINUO DIVENIRE?
Sicuramente i nuovi materiali, in particolare nel campo oftalmico dove ci sono lenti ad alto contenuto tecnico che consentono una visione ad alto livello.
Per quanto riguarda le montature, abbiamo materiali anallergici, medicali, e forme ampie dotate di grande comfort.

C’È QUALCHE ELEMENTO DEL FUTURO DELL’OCCHIALERIA CHE LA SPAVENTA?
In considerazione dei miei 50 anni in questo mondo meraviglioso, ciò che mi spaventa è la mancanza di informazione: i giovani devono uscire dalle scuole con un bagaglio culturale più ampio.

COSA “BUTTEREBBE DALLA TORRE” DEL NOSTRO SETTORE?
Dalla torre butterei tutti i parvenus, tutte le persone che si improvvisano, senza fondamento di professionalità. Non conoscono la modestia ma, soprattutto, non hanno interesse all’informazione.

COSA SALVEREBBE?
I ragazzi che fanno della professione la loro base di vita ovverosia si aggiornano attraverso corsi sia in Italia che all’estero. Inoltre, proseguono gli studi nel corso di optometria presso le università e si aggiornano.

QUAL È LA SUA VISIONE DELL’OCCHIALERIA TRA 10 ANNI?
Credo che si continuerà a creare materiali ad alto contenuto tecnologico.
Le aziende devono però essere più incisive nell’aggiornare i prodotti che creano.
La chiave di volta è continuare ed essere informati. Tutto ciò rappresenta per me il futuro: una grande professionalità.