Corti Otticaboutique – Franco Corti. Accarezzando le piste

“Da grande” avrebbe voluto laurearsi in una facoltà scientifica ma poi, per una serie di eventi, ha deciso di optare per l’ottica.
E la scelta si è dimostrata azzeccata: Franco Corti da oltre trent’anni gestisce con successo “Corti Otticaboutique” a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano.
Al suo fianco a livello societario sua moglie che, pur avendo intrapreso una strada diversa, lo sostiene quotidianamente.
Li unisce anche la passione per lo sci che ha contagiato anche i loro tre figli Marco, Matteo e Luca. Tutti gli inverni, appena possono, fuggono dalla città per andare sulle Dolomiti e godersi le magnifiche discese del Passo di Costalunga. Il nostro ottico ha un sogno nel cassetto: sciare sull’Etna per poter vedere il mare accarezzando le piste.

corti-otticabuotique-franco-corti-accarezzando-le-piste_platform_opticQuando ha deciso che “da grande” avrebbe fatto l’ottico?
Quando all’età di a diciassette anni, in seguito alla prematura morte di mio padre mi sono reso conto che il continuare con il liceo scientifico diventava un percorso di studi troppo lungo. In realtà, l’idea primaria era frequentare una facoltà scientifica, strada che poi hanno intrapreso mio figlio Marco (è appena diventato medico) e l’ultimogenito, Matteo, che è al terzo anno della Facoltà di Ingegneria Biomedica. L’unico dei miei tre figli che non ha scelto facoltà scientifiche è il primogenito Luca, che si è laureato nel 2010 in Scienze della Comunicazione all’Università Statale di Milano. Come vede, nessuno è rimasto nel campo.

Le è dispiaciuto?
Sinceramente no. L’importante è che abbiamo seguito le loro aspirazioni.

Quando ha aperto Corti Otticaboutique?
Il 5 settembre del 1983. È stata un’idea di mia moglie che mi ha spinto a mettermi in proprio. Abbiamo fatto una società insieme e trovato un negozio nella piazza centrale di Balsamo, dove siamo ancora. Sua moglie ha continuato a lavorare con lei? No, in realtà non ha mai lavorato con me, si è laureata nel 1989 in Economia e Commercio all’Università Luigi Bocconi di Milano e tutt’ora svolge l’attività di libero professionista.

Come si è evoluto il suo centro ottico negli anni?
Ho sempre cercato di creare un ambiente molto accogliente dove la clientela si sentisse a suo agio. Fin dall’inizio ho puntato ad una politica di fidelizzazione della clientela attraverso diversi strumenti quali ad esempio mailing, sms e telefonate. In più, ho sempre pensato che l’aggiornamento tecnologico fosse fondamentale, come del resto quello professionale.

L’avete mai ristrutturato?
L’abbiamo aggiornato più volte attraverso revisioni parziali del lay-out e il risultato, a mio parere, è un punto vendita attuale, in linea con i tempi.

Com’è cambiata la politica di scelta dei brand? Come selezionate i brand del vostro punto vendita?
Il nome è emblematico: la parola boutique indica la nostra filosofia. Nel 1983 era molto più facile avere firme e ai tempi si trattava direttamente con i grandi nomi dell’occhialeria. Oltre alle firme tradizionali, punto ad avere marchi d’avanguardia: ho sempre cercato di differenziami dai centri commerciali perché a Cinisello Balsamo ce ne sono molti.

Dove li seleziona?
Attraverso gli agenti e frequentando le fiere di settore.

Visita anche le fiere all’estero?
No.

Quindi crede che il panorama italiano delle fiere sia esaustivo per la sua attività?
Certo.

Cosa chiedono i suoi clienti?
I nostri clienti non chiedono, di solito, per fortuna, si limitano a seguire i miei consigli.

Dove sta andando a livello di tendenze l’occhiale?
Oltre ai brand noti, si sta andando verso l’occhiale d’avanguardia. In generale comunque il cliente è diventato più esigente e punta sulla qualità.

E a livello di materiali?
La tendenza è la ricerca di materiali sofisticati e diversi, ad esempio ho visto che hanno fatto gli occhiali di carta! C’è molta attenzione anche all’ambiente e sono sempre di più i produttori che propongono occhiali “bio”.

È un ottico indipendente o fa parte di qualche gruppo o consorzio?
Sono membro di Oxo – Optocoop Italia. Da dodici anni faccio parte del Consiglio di Amministrazione.

Perché proprio Oxo?
In realtà la cooperativa di cui sono socio e fondatore è una delle cooperative fondatrici di Oxo.

Perché avete sentito il bisogno di creare Oxo?
ho sempre pensato che” l’unione fa la forza”. Un ottico singolo non era più competitivo specialmente in seguito all’ evoluzione del mercato. Con altri colleghi di Milano che la pensavano come me siamo partiti con il “centro visione” gruppo formato da una trentina di ottici, che in seguito si è trasformato in cooperativa. Poi con le cooperative di Genova e Varese abbiamo costituito il gruppo Oxo. Da allora il gruppo si è allargato ed ora comprende altre cooperative di tutta italia.

Quali sono i vantaggi attuali rispetto all’inizio?
Beh, il gruppo è decisamente cresciuto. Ora abbiamo piani marketing comuni, linee di prodotti merceologici a marchio che ci offrono un altissimo rapporto qualità/prezzo.

È stato illuminante far parte di un gruppo vista la congiuntura economica negativa degli ultimi anni?
Sì, è stato un ottimo aiuto sia a livello di strategie comunicative che commerciali.

Qual è il suo hobby?
Ne ho diversi, tra cui la fotografia di paesaggi, fiori, piante e lo sci.

Quando ha indossato il primo paio di sci?
Mia madre sostiene che avevo quattro anni. Trascorrevo la settimana bianca a Foppolo con i miei genitori e da allora sono tornato lì per i successivi dieci anni.

Dove va a sciare abitualmente?
Dal 1993 ho un luogo fisso: il Passo di Costalunga, sopra al lago di Carezza, in Trentino.

Se dovesse descrivere la sua attività di sciatore, quali parole userebbe?
Parto al mattino, munito di pranzo al sacco, e torno alla sera. Scio tutto l’inverno fino a quando è possibile, dipende dalla stagione. Quest’anno, se va tutto bene, i programmi di apertura sono a fine novembre.

Con chi scia?
Quando ero più giovane con moglie e figli. Ora dipende, moglie, amici, qualche volta i figli e le nuore.

C’è qualche avventura particolare che ci vorrebbe raccontare legata a questo sport?
Ricordo che la prima volta che abbiamo fatto il Giro del Sellaronda anche con il più piccolo dei miei figli, Matteo, eravamo molto preoccupati per la sua resistenza. Ai tempi aveva solo sei anni e siamo partiti da Canazei alle 9.30, abbiamo fatto tutto il giro dei quattro passi e poi siamo ritornati a Canazei alle 15.30. Matteo ci guardò e disse: “Ma come? Siamo già arrivati? Ci fermiamo? Gli impianti sono ancora aperti, continuiamo!”. L’abbiamo preso in parola e abbiamo sciato fino alla chiusura delle piste. In più, le confesso che i miei figli sono più bravi di me… Gli allievi hanno superato da anni il maestro!

Pratica lo sci anche a livello agonistico?
No. Ho fatto solo il Campionato cittadino di Sesto San Giovanni quando avevo vent’anni.

E i suoi figli?
No! Quando erano piccoli si divertivano a fare le discese con i paletti e a gareggiare in famiglia insieme ai miei nipoti. Durante la settimana bianca facevamo una gara tutti i giorni e alla fine eleggevamo il vincitore della “Coppa del Mondo Corti”. All’inizio vincevo io ma poi ho iniziato a perdere!