Green Deal Europa per il rilancio post COVID-19.

Rifinanziare le imprese senza aiutarle a modificare il loro modello di sostenibilità eco/nomica/logica potrebbe non essere sufficiente ad uscire dalla crisi.

Il mondo intero sta cercando di fronteggiare una crisi che ha pochi precedenti, ad alcuni molto anziani ricorda già, escludendo le distruzioni e la violenza dei combattimenti, gli effetti della seconda guerra mondiale.

In modo molto rapido, la pandemia Covid-19 si è diffusa in Cina, poi in Europa e nel resto del mondo dove sta continuando a proliferare, provocando un’enorme tragedia umana e una grave battuta d’arresto economica di cui sicuramente non abbiamo ancora visto il pieno impatto sociale.

La maggior parte delle nostre aziende hanno chiuso i battenti, i più fortunati hanno potuto organizzare il lavoro da remoto, le frontiere sono state chiuse, la disoccupazione ha ripreso a crescere e parecchie società (escludendo la grande distribuzione e il farmaceutico) stanno soffrendo finanziariamente cercando di ridurre al minimo i costi generali e massimizzare gli scarsi risultati.

L’attenzione generale è ancora concentrata sulla lotta alla pandemia del sistema sanitario e alle sue conseguenze immediate sugli individui colpiti, la diffusione del contagio, i dati dei decessi.

Dobbiamo sicuramente iniziare a prepararci per ricostruire la nostra economia e introdurre i necessari piani di ripresa che possano riportare l’Italia, l’Europa e tutti i loro cittadini a un nuovo progresso, a una ritrovata prosperità attraverso progetti innovativi e sostenibili, sia economicamente che ecologicamente.

Nel fare tutto questo, dobbiamo ricordarci tutti che la crisi climatica ed ecologica nel frattempo non è stata risolta e che lo slancio nel combattere questa eco-battaglia deve rimanere una priorità dell’agenda politica di tutti gli stati. La crisi pandemica ci sta insegnando che agire tempestivamente è essenziale e per fare ciò bisogna essere ben preparati.

Dobbiamo perciò mantenere viva la passione per la guerra ambientale e alto il livello di ambizione per mitigare i rischi e i costi derivati dallo stop delle attività politiche sul fronte dei cambiamenti climatici e della crescente perdita di biodiversità. Non possiamo permetterci altre battute d’arresto su un processo che era quasi del tutto avviato, perché gli effetti sarebbero disastrosi sul nostro clima, sulla delicata biodiversità dell’Europa e soprattutto dell’intero bacino mediterraneo, sull’ambiente in generale, sulla salute delle persone e sullo sviluppo economico.

Queste crisi hanno messo in grande evidenza il fatto che le soluzioni devono essere trovate in modo concertato attraverso una risposta mondiale comune. La capacità di azione dell’Italia e dell’Europa intera per esempio dipende in gran parte dalla volontà e dall’abitudine a lavorare insieme, in maniera coesa, per costruire un ponte tra la lotta contro il Virus e quella contro il cambiamento climatico e la preoccupante relativa perdita di biodiversità.

L’attenzione costante al verde come patrimonio (European Green Deal) e la trasformazione digitale della scuola, del lavoro, delle famiglie (5G, infrastrutture, formazione, hardware e software) sono due punti importanti su cui partire per lavorare su un piano globale di ripresa.

Il piano Green Deal costituisce una nuova strategia di crescita per il nostro paese e per il nostro continente, un piano che offrirà benefici volti sia a stimolare le economie e creare nuovi posti di lavoro, sia a creare una coscienza ecologica “di default” e accelerare la transizione verde in modo sostenibile ed economicamente vantaggioso.

L’obiettivo della neutralità climatica globale entro il 2050 deve tornare a essere un punto di riferimento per gli investimenti e una finestra aperta verso il futuro a beneficio di tutte le imprese italiane, condizione essenziale per la salvaguardia dell’ambiente e per la creazione di posti di lavoro.

Per i prossimi giorni il nostro Governo ha organizzato gli Stati Generali dell’Economia, invitando ilGotha dell’economia europea e anche numerosi “stakeholders” (li defineremmo saggi) a portare e prestare speriamo il loro prezioso contributo.

Lontani da qualsiasi valutazione ideologica o politica ci auguriamo tutti, per il nostro bene e soprattutto per il benessere e la salute delle nostre prossime generazioni (la UE lo ha proprio chiamato Next Generation il nuovo piano straordinario ex Recovery Plan), che possano lavorare bene, magari più lontani dai riflettori dei media, per produrre un piano di rilancio efficace e sostenibile.

Dobbiamo anche augurarci che gli investimenti programmati, nei settori della mobilità sostenibile, delle energie rinnovabili, delle riqualificazioni edilizie, della ricerca, dell’istruzione, dell’innovazione e dell’economia circolare si possano portare a compimento.

Il piano europeo Green Deal ha già aggiornato il calendario per poter operare in tempi accettabili le scelte più giuste (ci auguriamo) per rispondere alla crisi economica causata dal Covid-19 in primis, pur consentendo anche di traghettare l’Europa verso un’economia sostenibile e soprattutto neutrale dal punto di vista climatico.

La risposta alla crisi globale sanitaria e a quella ambientale che speriamo di poter dare, sarà fondamentale per assicurare la sopravvivenza prima e lo sviluppo poi delle nostre società e il relativo benessere della popolazione.

Il mese scorso il mondo delle imprese italiane, pesantemente colpito dalla pandemia del Covid-19, ha risposto positivamente al rilancio dell’economia in chiave Green e per questo 110 esponenti di importanti imprese e organizzazioni di imprese hanno sottoscritto il Manifesto “Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia” proprio per non rischiare di passare dalla padella della pandemia alla brace della crisi climatica ed avere maggior cura del nostro futuro.

Il mutamento del clima che tutti osserviamo è sicuramente alimentato da un modello di economia lineare ad elevato consumo di energia fossile e spreco di risorse naturali.

Lo sforzo straordinario che è richiesto a tutti (grandi imprese, pmi, artigiani, alberghi, scuole, negozi, uffici pubblici, professionisti e famiglie) deve puntare su un progetto di sviluppo durevole, in grado di assicurare più occupazione,

un benessere più esteso ed equamente distribuito, che può essere basato solo su un’economia progressivamente decarbonizzata e circolare. Il messaggio è “salvaguardare la nostra salute riducendo la nostra impronta ecologica”.