Le strategie di Safilo
A fine ottobre la showroom del gruppo di Milano ha ospitato un incontro con la stampa durante il quale la dirigenza ha fatto il punto della situazione sul piano strategico che verrà portato a termine nel 2020.
Per poter capire le attuali strategie di Safilo è necessario fare un passo indietro a settembre 2014, quando la multinazionale Kering, proprietaria di Gucci, ha anticipato di due anni la conclusione del contratto di licenza degli occhiali del brand, fissandone la scadenza a dicembre 2016.
Questa decisione ha portato l’azienda padovana a creare un piano industriale per andare a colmare il gap lasciato dal brand. Ed ecco che a marzo 2015 il gruppo ha annunciato il Piano strategico 2020, che, come ci racconta Despina Tsagari, country manager Italia, «prevede una crescita annua delle vendite nette del 6% e un aumento della quota degli housebrand sino ad arrivare al 40% del proprio portfoglio.
A ciò si aggiunge l’introduzione di un SAP in tutte le filiali per creare una sostanziale modernizzazione, semplificazione e standardizzazione dei processi aziendali e la realizzazione di un flusso di produzione che passi dal 30% (attualmente siamo già arrivati al 60%) al 100% in Italia. Questo processo ha implicato 60 milioni di investimenti e l’introduzione obbligata di una maggior flessibilità nella stessa catena produttiva».
Antonella Leoni, responsabile comunicazione di Safilo, ha tenuto a precisare che questi cambiamenti «hanno sì portato allo spostamento di ruolo di alcune risorse umane a pari salario, ma hanno anche generato 250 nuovi ingressi». Despina Tsagari ha poi continuato precisando che «non ci baseremo più solo su un brand ma stiamo creando una strategia che vede la presenza di più marchi che sono scelti in base alle esigenze del consumer. La strategia di Safilo è infatti incentrata sulla nuova organizzazione di brand building orientata allo sviluppo di competenze approfondite nelle diverse aree del marketing, con il digitale come fulcro, per consentire ai marchi di raggiungere i loro obiettivi in termini di comunicazione e di business».
Il tema dei brand è stato poi approfondito da Gianni Panciera, trade marketing manager Italia di Safilo: «Abbiamo quindi suddiviso il nostro portfoglio marchi in cinque segmenti: Atelier, Fashion Luxury, Contemporary Fashion & Lifestyle, Mass/Cool, Sport & Outdoor.
La sezione Atelier, che include Elie Saab e Oxydo, è dedicata a coloro che cercano lusso e artigianalità e non sono influenzati dal prezzo. Il marchio Oxydo subisce quindi un upgrade e si posiziona nella fascia alta.
Fashion Luxury si rivolge a chi desidera emergere dalla folla ed è poco sensibile al prezzo, mentre Contemporary Fashion & Lifestyle a chi è attento al prezzo ma cambia spesso gli occhiali. Mass/Cool è invece pensato per il consumatore che non vuole spendere tanto. Poi c’è la categoria Sport & Outdoor dove ci sono i marchi dedicati a questo segmento specifico. Porremo anche grande attenzione al segmento bambino, che verrà potenziato, e al prodotto lenti: non a caso abbiamo ottenuto recentemente il controllo di Lenti, realtà produttrice di lenti da sole con sede a Bergamo».
Panciera ha concluso facendo il punto della situazione sui brand: «A gennaio 2017 lanceremo l’eyewear uomo Fendi, abbiamo rinnovato in anticipo con Max Mara e Jimmy Choo fino al 2033. Abbiamo anche siglato un nuovo accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione mondiale delle collezioni di montature da vista e occhiali da sole a marchio Moschino e Love Moschino. L’accordo avrà la durata di otto anni a partire da gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2025, con la possibilità di estensione per ulteriori otto anni».
Alcuni giorni dopo il nostro incontro, Safilo ha annunciato anche la partnership del 2018 con il marchio statunitense Rag&Bone.
Ma, a quanto pare, le novità per quanto riguarda le licenze non finiscono qui, anche se il gruppo si riserva di rivelarlo nei prossimi mesi.