Ottica Adinolfi – Renzo di Falco – La doppia vita di Renzo

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Nel week-end è una delle voci di RDS, mentre durante la settimana si occupa della vendita e della comunicazione per tutti i negozi di Ottica Adinolfi.

“Sono nato quando l’Italia ha vinto i Mondiali, ma non era il 2006… e nemmeno il 1934”. Con queste parole Renzo Di Falco, il protagonista della prima cover story di PLATFORM OPTIC, inizia ironicamente a raccontare la sua storia.
Originario di Latina, viene da una famiglia che ha scritto pagine importanti per il nostro settore: era il lontano 1935 infatti quando il suo bisnonno, il Cavalier Giulio Adinolfi, ha iniziato per primo l’attività di ottico nella provincia pontina. “Erano altri tempi”, ci spiega Renzo, “con le aziende produttrici si avevano rapporti quasi diretti, personali da quel che mi raccontano: la conoscenza di Del Vecchio o del signor Ratti della Persol non erano impossibili. La mia famiglia ha fatto da starter per il nostro territorio perché numerosi dipendenti, ottici e fotografi impiegati nel personale durante il corso degli anni hanno poi intrapreso un’attività autonoma facendo tesoro dell’esperienza di lavoro presso i nostri punti vendita”.
Attualmente il suo gruppo, Ottica Adinolfi, è gestito dalla quarta generazione della famiglia materna, e da qualche anno si occupa direttamente del marketing e della comunicazione di tutti i punti vendita.
Renzo ha una vita divisa in due: durante la settimana è impegnato nei suoi negozi poi, il venerdì sera “scappa” a Roma dove lavora come speaker a RDS. “Spesso faccio interviste alle star internazionali, e quando posso mi occupo di doppiaggio pubblicitario e sono voce ufficiale di vari brand e delle radio instore di molte catene commerciali, oltre ad aver prestato la voce a documentari Rai e a un personaggio di una serie per ragazzi in onda su Cartoon Network”.
Renzo ci ha raggiunti nel nostro hangarcreativo di Milano per questa intervista e, ironia della sorte, per una volta, non ha dovuto fare domande ai suoi ospiti radiofonici ma ha risposto alle nostre!

È dal lontano 1935 che la tua famiglia si occupa di ottica. Ci racconteresti la storia del tuo bisnonno?
Il mio bisnonno ha una storia molto affascinante. È un uomo nato nel 1890 e rappresenta una dei pionieri del settore: il suo negozio in Piazza Barberini a Roma è stato tra i primi ottici-orologiai in Italia. Negli anni Trenta si è poi trasferito a Latina, allora Littoria, dove ha avviato in Piazza XXIII Marzo (oggi Piazza della Libertà) un punto vendita con due vetrine sotto l’insegna M.E.F.O (acronimo di Meccanica, Elettricità, Fotografia, Ottica). Dopo breve tempo dalla fondazione, ha deciso di specializzare l’attività nella misurazione della vista, costruzione e vendita di occhiali.
È stato l’unico ottico della provincia di Latina fino a metà degli anni Cinquanta. A lui sono succeduti i suoi figli e i figli dei figli, quindi mia madre e miei zii. Insieme ai miei cugini rappresento la quarta generazione.

Come è continuata la vostra storia?
Come ti dicevo, rappresento la quarta generazione: al bisnonno sono subentrati mio nonno e i suoi fratelli, mia madre e i miei secondi cugini. Tutto gestiamo i negozi con la stessa insegna, Ottica Adinolfi.

Qual è il vostro rapporto con il territorio?
È molto importante. Siamo conosciuti come una realtà locale con una tradizione molto radicata. Ti faccio un esempio: siamo talmente legati alla nostra terra che nell’insegna c’è prima il nome “Adinolfi” e poi la dicitura “ottica”; sembra una banalità ma dimostra come a Latina e in provincia siamo sinonimo di occhiali.

Qual è l’attuale asset dei punti vendita?
Abbiamo cinque punti vendita, tre a Latina e due a Cisterna. Le gestioni economiche sono separate in base alla proprietà ma abbiamo un unico sito e una pagina Facebook comune. Anche il marketing e la comunicazione sono comuni.

Avete creato iniziative promozionali ad hoc?
C’è stata una a cui sono molto legato: abbiamo proposto la rottamazione occhiali, si trattava di una sorta di incentivo a portare il vecchio occhiale e in cambio davamo un buono acquisto. Gli occhiali sono andati in beneficenza a un OneSight di Luxottica, onlus patrocinata dal Senato.

Quest’anno il vostro gruppo compirà 80 anni: come li celebrerete?
Stiamo pensando ad una serie di iniziative ed eventi. Sicuramente faremo un party con i clienti che sono cresciuti con noi. È molto importante e siamo molto orgogliosi perché, nonostante la concorrenza con le catene e con internet, abbiamo intere famiglie fidelizzate che sono clienti da generazioni. Un altro aspetto che rientra nelle celebrazioni è il rinnovo del layout dei punti vendita proprio perché vogliamo iniziare un nuovo ciclo anche a livello estetico.

Come e quando hai iniziato ad “annusare” il mondo dell’ottica?
In realtà è nato tutto maniera molto contrastata: da piccolo frequentavo il negozio ma sentivo che non avrei mai lavorato tra quelle quattro mura. Non so perché, ero comunque troppo piccolo per poter decidere. Poi, ho iniziato ad occuparmi della comunicazione del nostro gruppo ed è scatta la scintilla: è nata nata una sorta di passione, di orgoglio, mi sono accorto che i negozi rappresentavano un bene prezioso per la mia famiglia. Oggi l’occhiale è una mia passione!

Ci racconteresti i tuoi primi passi?
Il momento preciso in cui ho deciso è stato intorno al 2004 quando ho iniziato a pensare che fosse arrivato il momento di fare il sito per la nostra attività. Da quel momento, è cresciuto in maniera esponenziale il mio desiderio di fare parte del gruppo. Sono entrato “in punta di piedi” occupandomi dell’aggiornamento delle news. Mia mamma non fa più niente senza di me anche se è molto giovane! Insieme decidiamo le strategie.

Parallelamente sei diventato speaker. Come è nata questa passione?
È una passione che ho sin fa piccolo quando, armato di registratore, giocavo a creare finti telegiornali. Poi, quando sono cresciuto, ho lavorato per una radio di Latina. La svolta è avvenuta quando ho fatto un casting per il gruppo RDS a Roma; sono stato selezionato e ho iniziato a trasmettere quotidianamente in diretta per sette anni nella fascia dalle 9 alle 12.

Quando sei passato a RDS nazionale?
Nel 2011. Avendo come iniziali del mio nome le lettere RDF, ho sempre sognato di poter arrivare un giorno ad RDS, anche solo per assonanza!

Quale programma conduci?
È una radio musicale di flusso: sono fasce di conduzione che non hanno titoli. Trasmettiamo i grandi successi della musica, giochi, notizie curiose dal mondo e interagiamo con gli spettatori oltre, ogni tanto, ad intervistare gli ospiti.

Quale tipo di musica preferisci?
Amo la musica ed è anche per questo che ho cominciato ad amare la radio. Però, ascoltando anche per motivi lavorativi tutto il giorno i più grandi successi, preferisco, quando posso scegliere, dedicarmi a scoprire le nuove band indie rock, ad ascoltare l’elettronica e il brit pop. Insomma mi piace tentare nuove strade anche ben oltre la musica mainstream.

Durante la tua carriera hai incontrato numerosi personaggi famosi. Ne citeresti qualcuno?
Sì. Tiziano Ferro, James Blunt, Paola Cortellesi, Nina Zilli, Frank Matano…

Quale ti ha colpito di più e perché?
James Blunt per la sua estrema disponibilità: nonostante sia un grande artista da classifiche mondiali, è una persona semplice, assolutamente normale. Come spesso succede i più grandi sono quelli più disponibili.

Lavorare con le star significa anche entrare in un certo senso in confidenza con loro… Ci riveleresti qualche particolare scissiparo?
In realtà più che un gossip si tratta di un rapporto in un certo senso di solidarietà tra colleghi con Tiziano Ferro. Ci lega una storia comune: prima di diventare cantante era speaker nella radio locale di Latina dove ho cominciato a lavorare e mi ha dato molti consigli per entrare a fare parte dello staff, è stato molto disponibile. Ed è incredibile come, a distanza di tanti anni, ci siamo ritrovati ad essere io intervistatore e lui star di successo…

Ti occupi anche di doppiaggio?
Sì, ho cominciato a fare il doppiaggio quando giocavo da bambino a riconoscere le voci che vedevo sullo schermo degli attori italiani. Sono stato la voce per alcuni documentari della Rai, per un personaggio della serie argentina dedicata ai ragazzi, “Flor”. Tuttora sono la voce ufficiale di alcune radio instore.

Sul tuo profilo sul sito di RDS c’è scritto che sei un idealista e una buona forchetta…
Assolutamente sì! Sono un idealista perché sono un sognatore, una persona poco pratica e ho una visione molto sentimentale del mondo. Credo nei valori, non sono dissennato o dissoluto. Mi piace moltissimo mangiare ma mi metto a dieta quando mi rendo conto che sono andato troppo a mangiare fuori!

Cosa fai nel tuo tempo libero?
Nel mio tempo libero mi diverto a riconoscere le voci italiane dei film stranieri: il doppiaggio televisivo e pubblicitario è un’altra passione di cui non potrei fare a meno. E poi c’è il mare: mi rilassa ed è capace di calmare anche quell’insopportabile allergia ai pollini che quando starnutisco mi fa riconoscere dappertutto.

I tuoi progetti per il 2015?
Un consolidamento professionale in radio perché più passa il tempo, più ho possibilità di confrontarmi con nuovi ospiti e nuove iniziative. Dal punto di vista del settore dell’ottica, vorrei da un lato celebrare degnamente gli 80 anni, dall’altro riuscire a dare un’attenzione ancora di più importante alle tendenze, agli occhiali di design, tenendo salda la tradizione e quindi il richiamo alla storicità della nostra insegna. Punto a festeggiare i 100!