Ralph Anderl – Il design incontra la cultura

Ralph-Anderl-Il-design-incontra-la-cultura_PO
Lui è senza dubbio il più eclettico del settore, i suoi occhiali tra i più innovativi.

Quanti di voi durante Mido si sono fermati almeno un attimo di fronte al pulmino dello spazio espositivo di Ic! berlin? Credo tutti, o quasi, perché l’atmosfera gioiosa che emana fa da catalizzatore naturale.
Del resto anche il suo fondatore, designer e titolare del brand, Ralph Anderl, non è da meno: il suo look, un’originale miscellanea tra Guerre Stellari e uno sciatore, non può lasciare indifferenti.
L’aspetto ludico però è solo la facciata di una realtà produttiva che ha fatto dell’innovazione e della cultura il suo credo.
L’innovazione nel design è stata la spinta propulsiva per la nascita del brand e per la creazione di un segno identificativo all’interno del mondo dell’occhiale; tutte le collezioni si sviluppano intorno ad una cerniera a dire poco rivoluzionaria che ti permette di montare o smontare l’asta in pochi secondi, senza l’ausilio di alcun strumento.
La cultura è insita nel suo DNA e nel curriculum studiorum di Ralph il quale presto metterà i dividendi della sua società in una fondazione che si dedicherà a progetti culturali e sociali, come ci spiega in questa intervista.

Qual è il significato di `Ic! berlin’? Perché hai scelto questo nome?

Ic! berlin significa “capisco il meccanismo della cerniera! Aaaaaaaaah, lo vedo!”. Erano i primi commenti dei clienti quando gli mostravamo la nostra particolare cerniera. A Berlino può avere anche un altro significato: “Aaaaaaaaah, vedo Berlino attraverso questi occhiali divertenti”.

Quando è iniziata la tua avventura nell’occhialeria?
Nel 1996: mi ero appena laureato e stavo iniziando il Dottorato di Ricerca.

Com’era la tua vita prima di decidere di buttarti nel meraviglioso mondo degli occhiali?
Ruotava intorno all’arte, alla pittura e al canto. Ho studiato Scienze Culturali e il mio sogno era diventare professore universitario. Se questo piano non avesse funzionato l’idea era che mia moglie avrebbe guadagnato denaro per tutta la famiglia lavorando come avvocato, mentre io avrei curato i nostri figli.

Qual è la “mission statement”, ossia lo scopo finale, della tua società?
Siamo una realtà culturale indipendente e aspiriamo a diventare i numeri uno di questo segmento del mercato. Al più presto vorrei mettere tutti i dividendi della mia società in una fondazione che si dedicherà a progetti culturali e sociali.

Quali sono le principali caratteristiche dei tuoi occhiali?
Sono occhiali in metallo leggeri e forti con una particolare cerniera senza viti. Puoi togliere e mettere le aste senza aver bisogno di alcun strumento. Con un po’ di pratica puoi addirittura farlo in meno di sei secondi!

Quali sono le parole chiave per descrivere le tue montature?
Occhiali medioevali e futuristici. Creiamo i `nostri bambini’ in Germania. Sono e non saranno mai un prodotto realizzato in Cina. Siamo come degli artigiani che amano il loro prodotto con il quale abbiamo instaurato una relazione particolare. Non siamo una compagnia il cui unico scopo è di rendere la proprietà, quindi me, ricca. Siamo una piattaforma per realizzare idee e profitti per supportare buoni progetti, come ti stavo raccontando.

Ci sono molti Crèateurs nel mondo dell’occhiale… Cosa ti differenzia dagli altri?
Gli altri vogliono produrre occhiali belli e/o diventare ricchi vendendo le loro società. Non hanno una filosofia specifica. Non hanno una “filosofia sulla completezza del progetto”: la maggior parte di loro non sono “realtà culturali”. Non hanno nemmeno cerniere semplicemente geniali come le nostre. E infine: non conosco alcuna società che inizia la settimana cantando in un coro.

Mi hai preceduta… volevo proprio parlare della leggenda metropolitana che ruota intorno alla tua società e che, a quanto pare non è per niente falsa! A dire la verità i rumors dicono che tutte le mattine, prima di iniziare a lavorare, i tuoi impiegati cantino con te!
No, solo di lunedì un gruppo di 10/15 persone canta per un’ora. Ma nessuno è obbligato a farlo!

Quindi anche durante il Silmo avrete nel vostro spazio espositivo un cantante?
Certamente!