Un percorso preciso
In questa intervista Rosario Toscano, CEO del Gruppo Akoni, ha condiviso con noi l’esperienza che lo ha portato a fondare il gruppo.
Ottico, ma soprattutto ex manager di grandi realtà internazionali d’eccellenza del settore, Rosario Toscano concepisce l’occhiale come forma d’arte distinta e la sua mission fin dal 2019, anno della fondazione di Akoni Group, è ridare un significato a un’industria e a una categoria merceologica che per anni è stata trattata come price entry, soprattutto nelle case di moda. Con il suo ‘honest luxury’, in pochi anni ha segnato un percorso, quasi fisiologico, da cui non è possibile tornare indietro. Anche la scelta del nome Akoni, che significa inestimabile e degno di ammirazione, identifica lo standard che costantemente il gruppo svizzero ricerca nel prodotto.
QUALI SONO I MOMENTI SALIENTI DI AKONI GROUP?
La nostra società nasce il 20 settembre 2019 a Lugano. Ho scelto la Svizzera perché sia a livello di solidità economica, sia a livello di stabilità politica, rappresenta una garanzia. Ma, soprattutto, desideravo creare un’azienda d’eccellenza e questo Paese la rappresenta per diversi aspetti: dalle industrie dell’orologeria, a quella del cioccolato, alla finanza con le sue banche… Il progetto nasce con l’idea di avere due dipartimenti separati: uno fashion e uno speciality. Il momento di lancio della prima collezione è stato febbraio 2020. Quindi, un periodo storicamente non felice per tutti. Siamo partiti presentando a Parigi durante la Fashion Week la collezione di Balmain. La previsione iniziale era quella di introdurre sul mercato la prima collezione di Akoni ma, come puoi ben immaginare, la situazione mondiale in cui ci trovavamo, ci ha costretto a rinviarla al 2021. Poi, visto il successo ottenuto con Balmain, siamo riusciti a convincere la Maison italiana più famosa nel mondo fashion, Valentino, a iniziare un percorso insieme a noi, che si è concretizzato nel luglio dell’anno scorso con il lancio della prima collezione eyewear. In aggiunta, sempre nel 2023, abbiamo fondato la nostra prima filiale negli Stati Uniti, Akoni USA, e la nostra prima piattaforma e-commerce per Akoni Eyewear.
QUAL È IL MINIMO COMUNE DENOMINATORE PER I VOSTRI BRAND?
Sicuramente l’attenzione ai dettagli, la qualità delle materie prime utilizzate, l’ingegneristica a supporto del design. I nostri prodotti, quindi, non sono semplici oggetti di design ma vantano un livello di qualità e perfezione che, probabilmente, rappresenta il meglio a oggi sul mercato.
DOVE PRODUCETE I VOSTRI OCCHIALI?
Tutti assolutamente in Giappone.
QUALI SONO I CRITERI SELETTIVI PER DIVENTARE UN CENTRO OTTICO PARTNER DI AKONI GROUP?
Il concetto base è sviluppare una partnership a lungo periodo. È rilevante l’attenzione di questi ottici al prodotto: devono essere realtà che da anni si rivolgono a clienti alla ricerca di una soluzione di altissima qualità e hanno sviluppato un visual merchandising (inteso anche come attività digital) in linea con le brand identity dei nostri marchi.
COM’È SVILUPPATA LA VOSTRA PRESENZA A LIVELLO MONDIALE E SUL MERCATO ITALIANO?
L’Italia per noi è un mercato importante; siamo un’azienda formata al 75% da italiani. Direi che è il mercato leader per Akoni Group. A livello mondiale, il mercato americano rappresenta circa del 35% del nostro fatturato, l’Europa circa il 40% e il rimanente viene distribuito tra il Medio Oriente e l’Asia. In realtà quest’ultimo è un po’ meno sviluppato perché non abbiamo ancora lanciato una collezione per questa area, ma rientra sicuramente nei nostri piani futuri.
IN QUESTO MOMENTO SIETE IN UNA FASE DI CONSOLIDAMENTO O DI ESPANSIONE?
Per quanto riguarda il portfolio, siamo in un momento di consolidamento, anche se siamo sicuramente interessati e vigili qualora dovessero presentarsi delle occasioni di brand che si allineano alle caratteristiche e ai valori di Akoni Group. Siamo però un’azienda che si è sempre concepita come start up e, dal mio punto di vista, non saremo mai in consolidamento ma sempre in espansione. Ciò non vuol dire che miriamo a crescere il fatturato, ma a creare nuovi progetti, ampliare le risorse umane, innovare il visual merchandising e le tecnologie, espandere la qualità…
SEI NELL’EYEWEAR DA TANTI ANNI…CI FORNIRESTI LA TUA VISIONE PERSONALE SUL NOSTRO COMPARTO?
Lungi dal fare polemica, ma è oggettivamente un momento particolare in cui ci sono tantissime acquisizioni e tanti marchi sono interessati a vendere, come del resto alcune piccole aziende. I prezzi sono elevati. I gruppi del lusso Kering e Thélios, probabilmente seguendo lo schema delineato da EssilorLuxottica, stanno facendo un bellissimo lavoro dal punto di vista della distribuzione. Noi ci differenziamo perché mettiamo il prodotto al centro dell’interesse del progetto. Reputo che siamo di fronte a un mercato che è stato dormiente per parecchi anni e nell’ultimo periodo sia soggetto a una grandissima evoluzione ed è destinato a mutare ancora tanto.
IN CHE SENSO?
È già cambiato molto… Ora i brand della moda hanno un’attenzione verso l’accessorio occhiale diversa rispetto a quella nel passato, e credo che questo trend proseguirà anche nel futuro. Ci sarà sempre più esclusività a livello distributivo e un aumento dei prezzi (che in realtà è già in atto). Credo che quello che ha fatto Akoni Group come base di business stia diventando un modo per cambiare le carte in tavola e cercare di avvicinarsi non tanto a quello che facciamo noi (i volumi del gruppo sono condizionati dall’esclusività del target), ma a un modello in cui l’occhiale ha un’alta qualità è un modo per valorizzarlo e se così non fosse si creerebbe un danno per il brand stesso.