Le espressioni artigianali di Piero.

Piero Massaro fa parte del Gotha dei designer che hanno scritto la storia dell’occhiale e con il suo imprinting è riuscito a evolvere mantenendo le sue creazioni all’avanguardia.

Siciliano di nascita ma veneto d’adozione, massaro Muove giovanissimo i primi passi nel mondo Del prêt-à-porter portando i tagli classici negli Abiti sportivi.

Di seguito fa la sua entrata nel mondo dell’occhiale prima lavorando per alcune realtà, poi con la sua collezione. A guidarlo da sempre la ricerca della singolarità e l’artigianalità.

E con minuzia e caparbietà negli anni è riuscito a non abbandonare questi due principi cardine per garantirli interviene addirittura personalmente nel processo produttivo.

Ogni occhiale è unico perché la produzione è a tiratura limitate e numerata.

La sua creatività è stata riconosciuta a livello internazionale: nel 2014, dopo una prima nomination nel 2012, ha ricevuto il prestigioso premio speciale della giuria internazionale del Silmo d’or e nel 2019 la collezione numerica ha vinto la 23esima edizione del japan eyewear award nella categoria “ladies”.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente nel suo amato veneto.

Quali sono i tratti principali che delineano il tuo stile?

Gli incollaggi degli acetati di cellulosa rigorosamente Mazzucchelli 1849 Italia, le cerniere a baionetta in acciaio Isi 316 L brevettate e la tiratura limitata: solo 100 persone nel mondo possono avere lo stesso modello nello stesso colore.

Ci racconteresti l’evoluzione che hai vissuto in prima persona dell’occhiale d’avanguardia?

Ero un ragazzo quando nascevano in Italia i primi occhiali firmati da stilisti di moda, non erano ancora veri e propri occhiali d’avanguardia ma cominciava a farsi strada l’idea dell’occhiale come accessorio.

Con la nascita dei primi piccoli brand indipendenti, intorno agli anni Novanta, invece abbiamo assistito ad una vera e propria evoluzione/rivoluzione nell’occhialeria: forme originali, materiali innovativi e colori talvolta anche audaci.

Cosa vuol dire al giorno d’oggi realizzare “occhiali d’avanguardia”?

Avere nuovi modi di espressione, sentirsi liberi di imprimere la propria personalità in quello che si crea, uscire dagli schemi. Io provengo dall’abbigliamento e quando creo le mie collezioni non penso all’occhiale come protesi ma come un abito per vestire il viso.

Da lì scatta in me qualcosa che non so spiegare, la matita scivola sui fogli come se qualcuno mi stesse guidando, come in un sogno, più disegno e più il mio tavolo diventa un caos di fogli e colori.

È così che nascono le mie creazioni.

Quanto conta l’artigianalità nelle tue creazioni?

Molto. Artigianalità è sinonimo di qualità e nel caso dell’occhiale di calzabilità. È come un abito su misura.

C’è molta attenzione al tema della sostenibilità, comelo stai sviluppando nelle tue creazioni?

Da sempre nelle mie creazioni ho cercato materiali e soluzioni che non facessero male all’ambiente, ma soprattutto a chi le indossa. Utilizzo acetato di cellulosa, l’unica materia plastica proveniente dal fiocco di cotone e non dal petrolio.

Per i componenti solo acciaio. Compriamo i materiali affidandoci alle migliori aziende che li producono ma sono continuamente alla ricerca di soluzioni sempre migliori.

Secondo te quali sono gli strumenti base da fornire a un ottico per poter vendere un occhiale d’avanguardia?

Non saprei e sinceramente non credo di essere all’altezza di dare suggerimenti.

Quello che mi sento di dire è che se fossi un ottico, come prima cosa visiterei le principali fiere del settore per capire il mercato a livello mondiale; poi sceglierei dei brand dove la qualità, i materiali e l’artigianalità facciano la differenza

Quale sarà il prossimo futuro della tua creatività?

Non so, credo che lo scoprirò insieme a voi!