Gli occhiali non bastano… per vedere bene
Quello che oggi è diventato per noi un accessorio di bellezza oltre che correttivo, era nato principalmente come strumento diottrico che fino al XIII secolo ha subito pochissimo innovazioni.
Nell’età romana ricordiamo Nerone, il primo che utilizzò uno smeraldo per osservare i giochi dei gladiatori. Sono state trovate altre testimonianze legate all’utilizzo degli occhiali in età successiva, una di queste risale al periodo medioevale, nel 1262, come testimoniato da un testo di Ruggero Bacone. Solo dopo il XIII secolo a.C. sono cominciate le ricerche e le innovazioni apportate agli occhiali. Per un lungo periodo i cambiamenti hanno interessato esclusivamente la forma della montatura e delle lenti.
Nel 1700 nacquero gli occhiali denominati Fassamano, proprio perché il loro utilizzo prevedeva di tenerli davanti agli occhi con una mano, grazie ad un’impugnatura; successivamente si sentì il bisogno di realizzare una montatura che lasciasse libere le mani, motivo per cui nacquero le montature che conosciamo oggi.
Risolto un problema ne nasce un altro: molte persone dopo i quarant’anni interrompevano il lavoro per motivi di vista, o, meglio, perché faticavano a vedere da vicino, ma grazie a Benjamin Franklin anche il problema della presbiopia si risolse in seguito all’invenzione delle lenti bifocali.
Nell’Ottocento nacquero l’oftalmologia e le scuole scientifiche, queste ultime situate principalmente in Francia, dove in laboratorio studiavano le diffrazioni, la polarizzazione e la spettroscopia. Questi studi portarono ad un’evoluzione fondamentale dell’occhiale che incise ancor più positivamente sulla correzione dei vizi refrattivi, oltre che su una maggiore protezione dai raggi uv.
Una delle grandi innovazioni fu l’introduzione delle lenti prismatiche e cilindriche, che permisero di correggere l’astigmatismo, il più complesso dei vizi refrattivi. Se prima le lenti venivano realizzate in materiale inorganico, nel XX secolo a.C. venne scoperto il materiale organico che conferisce alle lenti molta più resistenza agli urti e possiede, inoltre, caratteristiche migliori del vetro.
La costruzione di un occhiale si basa sulle caratteristiche ottiche, ma anche estetiche: la montatura va di pari passo con la moda e con le nuove tendenze; quando un occhiale non piace più lo si scarta o ancora meglio lo si dona.
Esistono alcuni centri o musei che si occupano del recupero degli occhiali, dove si possono aggiustare e donare a chi ne ha bisogno e non se li può permettere. E’ questo il lavoro che svolge il Museo dell’occhiale dell’associazione Lions, che si trova a Chivasso, in provincia di Torino. Nella sede del Museo arrivano richieste di giovani, anziani o bambini da tutto il mondo con la speranza di poter vedere bene come tutti gli altri; nel centro vengono fatte visite oculistiche e infine, se è possibile, viene regalato l’occhiale con la giusta gradazione al paziente.
E’ grazie ai centri come questi che, oggi, anche i meno fortunati hanno la possibilità di ammirare con i propri occhi le pagine di un libro.