Il 2018 dell’occhialeria italiana
Il 2018 secondo i dati Anfao è un “anno di attesa” con un export che si è ripreso nella seconda parte dell’anno e ha chiuso a valori leggermente superiori al 2017: +1,1% a 3,7 miliardi di Euro.
Il contesto generale non è dei più brillanti: cala il commercio globale e prosegue la debolezza degli scambi mondiali in un contesto di incertezza crescente. Tanti sono i fattori che contribuiscono ad accrescere questa incertezza: il clima protezionistico, le tensioni USA-Cina e in altre aree (Iran, Venezuela), le incognite sulla Brexit.
L’Eurozona avanza piano, l’economia dell’area continua a espandersi a ritmi moderati, i consumi beneficiano dell’incremento dell’occupazione e della discesa della disoccupazione, ma sono frenati da una fiducia che resta bassa. Terminati gli acquisti di titoli da parte della BCE resta necessario lo stimolo monetario, ma il freno ai tassi a lungo termine dovrebbe essere minore: il costo del credito potrebbe così crescere. La crescita USA è robusta, ma i rischi aumentano anche qui: il più lungo shutdown governativo della storia americana, iniziato a fine 2018, rischia di avere un importante impatto sul PIL con contraccolpi alla crescita. L’economia cinese a fine 2018 ha dato ulteriori segni di rallentamento. Calano l’export e l’import, gli investimenti sono bloccati dai piani di riequilibrio della capacità produttiva in eccesso, attraverso restrizioni sul credito.
Il governo da metà 2018 ha avviato politiche di stimolo, ma deve fare i conti con l’alto debito privato.
L’Italia purtroppo continua a perdere colpi: il traino delle esportazioni si è attenuato, la domanda interna è molto debole, l’occupazione è ferma, la fiducia delle imprese è in calo e gli investimenti nel 2018 non sono ripartiti. I risultati dell’occhialeria italiana rispecchiano la situazione globale appena descritta. A livello di esportazioni, il 2018 è stato un anno di stallo. Partito decisamente col piede sbagliato, vuoi anche per le avverse condizioni meteorologiche che hanno traslato in avanti la stagione dell’occhiale da sole, l’export ha, invece, recuperato negli ultimi mesi superando di poco i valori del 2017.
Sul mercato interno, invece, purtroppo si può ormai parlare di recessione, i consumi arretrano e il 2018 si è chiuso col segno negativo.
Produzione, aziende e occupati
La produzione dell’occhialeria italiana nel 2018 è stata di 3.865 milioni di Euro, in crescita dell’1,6% rispetto al 2017. Nonostante il 2018 sia stato un anno di sostanziale stabilità per l’occhialeria, il settore cresce comunque più del Paese.
Il totale delle aziende è rimasto costante, si contano 867 aziende a livello nazionale, 4 in più rispetto allo scorso anno.
Buone prospettive, invece, sul fronte occupazionale, soprattutto grazie a importanti investimenti fatti dalle grandi aziende del settore.
Gli occupati sono cresciuti di circa 400 unità senza considerare le forme contrattuali diverse: sono 17.673 gli addetti a fine 2018, in crescita rispetto al 2017 del 2,3%.
Le esportazioni e la bilancia commerciale
Le esportazioni, di montature, occhiali da sole e lenti, che assorbono circa il 90% della produzione del settore, si sono attestate più o meno sugli stessi valori del 2017, con una leggera crescita dell’1,1% rispetto al 2017 e hanno raggiunto il valore di 3.738 milioni di euro. (Si tratta di dati di preconsuntivo, stimati da Anfao sulla base degli ultimi dati ISTAT disponibili relativi al periodo gennaio-novembre 2018). L’export degli occhiali da sole nel 2018 ha fatto segnare una variazione tendenziale dell’1,2% attestandosi a circa 2.525 milioni di euro.
Le esportazioni di montature hanno segnato, invece, il minimo incremento dello 0,4%, arrivando a 1.128 milioni di euro circa.
Le importazioni hanno registrato la crescita tendenziale del 3,8% per un valore vicino ai 1.270 milioni di euro, confermando la vivacità del settore.
La bilancia commerciale dell’occhialeria italiana continua ad essere largamente in attivo (2.468 milioni di euro il saldo export-import nel 2018), attestata sugli stessi valori del 2017.
Le esportazioni per aree geografiche e paesi
Il recupero delle esportazioni negli ultimi mesi del 2018, in particolare ottobre e novembre, ha consentito di chiudere per il comparto sole-vista a valori leggermente superiori rispetto al 2017 (+0,9%). Il recupero, tuttavia, non è stato sufficiente in tutte le aree geografiche a bilanciare e superare il gap accumulato dall’export nella prima parte dell’anno.
Così solo Europa e America, che assorbono rispettivamente il 49,7% e il 32,3% dell’export del settore, mostrano segni positivi anche superiori alla media complessiva. Anche considerando i due macro-segmenti di prodotto, montature e occhiali da sole, vi sono differenze nel contributo alla crescita, maggiormente legato alla performance degli occhiali da sole.
Le quote di mercato delle esportazioni italiane
Considerando le esportazioni mondiali di occhiali da sole e montature, che nel 2018 possono essere stimate, sulla base dei dati ad oggi disponibili, intorno agli stessi valori del 2017, circa 18 miliardi di euro (-1%), la quota di mercato in valore riferibile all’Italia è del 21% in leggera ripresa rispetto al 2017, dietro alla Cina.
Se considerassimo la sola quota relativa al prodotto di fascia alta le esportazioni italiane sarebbero sempre al primo posto con una quota a valore vicina al 70%.
Le esportazioni in volume
L’occhialeria italiana ha esportato nel 2018 circa 103 milioni di paia di occhiali, quantità stabile rispetto al 2017 (-0,2%). Del totale di paia di occhiali esportati, 69 milioni sono di occhiali da sole (il 67%) e 34 milioni di montature da vista (il 33%). Nel dettaglio le esportazioni di occhiali da sole (-0,1%) e di montature (-0,3%) in volume sono rimaste pressoché stabili rispetto allo scorso anno.
Il mercato interno
Il mercato interno nel 2018 ha subito un’ulteriore battuta d’arresto: è ormai il secondo anno consecutivo che chiude con un segno negativo a valore. Il sell-in monitorato da Anfao ha fatto segnare una flessione dello 0,8% in valore a livello complessivo. Anche il sell-out, e quindi i consumi, monitorato da GfK nel canale specializzato di ottica, registra un segno negativo complessivo: -0,7% per un valore complessivo di circa 2,9 miliardi di euro. Sono stati gli occhiali da sole e le montature a soffrire maggiormente (-4,9% e -4,6% rispettivamente), mentre sembrano tenere e incrementare a valore le lenti oftalmiche (+2,5%) soprattutto grazie ai segmenti delle lenti ad alto indice di rifrazione e progressive. Per montature e occhiali da sole si conferma una dinamica di mercato che vede la crescita di segmenti di prezzo o di fascia molto alta (lusso) o di fascia bassa (esempio prodotto private label) a discapito della fascia medio-alta. Inoltre, continuiamo a segnalare la significativa perdita di quote di mercato dell’occhiale da sole nel canale ottico a favore soprattutto del canale on-line.
Anticipazioni 2019
A livello generale le prospettive per il 2019 non sono particolarmente brillanti, tanti sono i fattori che rischiano di minare ulteriormente la crescita: dalla Brexit alla fine del quantitative easing di Draghi, dalla guerra commerciale Usa-Cina alle elezioni europee, passando per il rallentamento dell’economia globale, il rialzo dei tassi della Fed e il calo dei prezzi del petrolio. Sono tutti fattori che aumentano l’incertezza e incrinano il livello di fiducia.
A dispetto di questi fattori restano anche delle note positive come la crescita comunque consistente degli Stati Uniti che fanno da motore allo sviluppo complessivo e il miglioramento delle valutazioni azionarie. I rendimenti attesi sui mercati sviluppati sono, infatti, i più alti degli ultimi cinque anni. Inoltre, le prospettive per il debito governativo sono cresciute solo in modo marginale, tanto che i rendimenti attesi dei titoli di stato dei Paesi sviluppati sono i migliori dal 2013. Per quanto riguarda l’Italia in particolare, i bollettini degli esperti sembrano convergere su di una previsione: nel 2019 l’economia italiana subirà una nuova frenata. Questo sia che il PIL si assesti attorno a quello 0,6% stimato sia dalla Banca d’Italia sia dal Fondo Monetario Internazionale, sia che precipiti attorno allo 0,2 paventato dalla Commissione Europea. In ogni caso l’Italia resterebbe il fanalino di coda del Vecchio Continente. Inoltre, in Italia i maggiori rischi per la stabilità finanziaria derivano, oltre che dalla bassa crescita, anche dall’alto debito pubblico. Nel 2019 il Governo dovrà richiedere ai mercati non meno di 400 miliardi, almeno un quarto sui mercati esteri. La capacità di attrarre i capitali stranieri sarà legata a doppio filo alla capacità di trasmettere fiducia della nostra politica, mentre le fughe saranno causate dalle intemperanze dei politici. Intemperanze che, sotto elezioni (le europee, ma anche le amministrative e le regionali), rischiano di farsi sempre più frequenti. Speriamo, come auspica tutto il mondo confindustriale, che il Governo possa trovare un senso di responsabilità che lo riporti sulle questioni fondamentali per la crescita e lo sviluppo: l’Europa, le imprese, la centralità del lavoro e dell’occupazione, gli investimenti. Per far ripartire l’espansione, infatti, è necessario attivare investimenti pubblici e privati, anche per ridurre il differenziale negativo di crescita rispetto al resto dell’Eurozona.
Per quanto riguarda l’occhialeria italiana le prospettive per il 2019 sicuramente devono tenere conto di tutti questi fattori, tuttavia, la chiusura del 2018 porta con sé anche elementi di positività quali il recupero delle esportazioni verso gli Stati Uniti e un aumento dei livelli occupazionali e di produzione che consentono di guardare al futuro con un certo ottimismo. La stessa cosa purtroppo non può dirsi per i consumi sul mercato interno stando ai primi dati di sell-in a disposizione dell’associazione.