Innovare la tradizione

A Kuala Lumpur, in Malaysia, lo studio olandese MVRDV realizza la facciata dello store della Maison Bulgari, riprendendo le linee della storica boutique di via Condotti, riproposte attraverso l’uso di materiali dall’alto contenuto di innovazione.

Nel 1884 Sotirios Boulgaris apre a Roma il suo primo negozio in via Sistina 85, seguito da una seconda boutique in via Condotti 28 e da un terzo e più grande negozio, sempre in via Condotti al civico 10, nel 1905. I tre stores convivono per anni uno in cima al colle e due immediatamente sotto, ai piedi della Scalinata di Trinità dei Monti, diventando il nucleo fondativo della Maison Bulgari.

Più di cento anni sono passati da quel momento e oggi la Maison è presente in tutto il mondo ampliando la sua offerta anche attraverso hotel e resort, proponendo ai suoi clienti una vera e propria esperienza immersiva nel mondo del brand, sapendo aggiornarsi senza però perdere la propria, consolidata, identità.
Identità che, nel caso del flagship store di Kuala Lumpur, è immediatamente leggibile nella facciata, chiaro rimando all’iconografia della marca, ma realizzata con materiali e tecnologie dal forte contenuto innovativo.
Il fronte richiama visibilmente l’uso del marmo ed il suo impiego nelle architetture della Città Eterna mentre le linee delle aperture, con architrave rettilinea che termina con due elementi lobati, ricalcano quelle delle vetrine di via Condotti rivisitandone però la composizione figurativa trasformando un disegno lineare in un insieme tridimensionale di elementi scomposti dove l’asimmetria diventa strumento per trasmettere la dinamicità della composizione.
Il materiale utilizzato, pur ricordando in modo assolutamente esplicito il marmo, nasce da una collaborazione tra la Delft Technical University e l’azienda italiana Tensoforma ed unisce il GRC (Glass Reinforced Concrete), un materiale composito a matrice cementizia, essenzialmente costituito da calcestruzzo con inerti a granulometria molto fine, rinforzato con fibre di vetro allo zirconio alcali-resistenti, ad un reticolo di luci LED.
La struttura della facciata, che fuoriesce dal profilo dell’edificio, è rivestita in pannelli di GRC, i quali sono agganciati ad essa mediante profili di acciaio appositamente concepiti, ricalcando il modello delle pareti ventilate. Ogni pannello è pensato, e quindi realizzato, secondo un disegno unico e poi accostato agli altri, lasciando un reticolo di fughe che definisce un disegno organico assolutamente naturale nei cui alloggiamenti liberi è stata stesa una resina che amplifica l’effetto dei LED retrostanti.
L’obiettivo è di imitare le venature del marmo del negozio romano, ma in una nuova e più tecnologica declinazione, generando un effetto simile alle venature marmoree dorate, ma che, con il calar della sera, si enfatizzano grazie alla retroilluminazione che evidenzia la drammaticità della composizione che si trasforma da fredda lastra di materiale lapideo in un insieme di placche frammentate da cui emerge un magma incandescente.