Interazione tra LAC e superficie corneale

A cura di sopti Società Optometrica Italiana

ABSTRACT
I risultati di anni di ricerca hanno indicato l’esistenza di un gran numero di processi metabolici necessari al mantenimento della salute dei tessuti corneali. Tuttavia, l’utilizzo di LAC dotate di un alto valore di trasmissibilità all’ossigeno, non ha portato alla diminuzione dell’incidenza delle cheratiti batteriche, generando un nuovo impulso nella ricerca delle interazioni tra lenti a contatto e tessuti corneali.
È stato dimostrato come la mera presenza di una LAC, indipendentemente dal valore di trasmissibilità all’ossigeno, possa alterare il turnover delle cellule epiteliali, rallentando sia l’esfoliazione delle cellule apoptotiche presenti in superficie, che la differenziazione e la migrazione delle cellule basali.
Un’alterazione a carico del metabolismo corneale può mettere a repentaglio la permeabilità stessa del tessuto epiteliale, rendendolo più vulnerabile. Tuttavia, l’evidenza scientifica dimostra come un semplice danno epiteliale non sia sufficiente per l’instaurarsi di una cheratite batterica, questo in particolare grazie alle altre difese di cui dispone la superficie oculare. Nonostante il flusso di ossigeno attraverso la LAC sia un requisito fondamentale al fine di mantenere un corretto metabolismo cellulare, l’ipossia non sembra dunque essere il primo fattore di rischio per la cheratite batterica nel portatore di lenti a contatto.

INTRODUZIONE
Data la natura avascolare della cornea, le cellule che compongono i suoi tessuti devono dipendere dall’ossigeno presente in atmosfera per effettuare la glicolisi aerobica. Durante il porto di lenti a contatto diurno, l’ossigeno può raggiungere la superficie corneale tramite due vie: la prima prevede che l’ossigeno disciolto nel film lacrimale possa aggirare i bordi della LAC raggiungendo lo spazio post-lente (grazie al ricambio lacrimale), mentre la seconda prevede la diffusione dell’ossigeno attraverso il materiale della lente a contatto stessa. L’introduzione sul mercato delle prime lenti a contatto corneali in PMMA nel 1950, non portò ad una netta diminuzione dei fenomeni ipossici rispetto ai primi prototipi ad appoggio sclerale, dimostrando quindi come l’ossigenazione indotta soltanto dal ricambio lacrimale risulti insufficiente per un corretto metabolismo cellulare…

Allegato:
Professional_interazione-lac-superficie-corneale_platform_optic_marzo_2017.pdf