Luca Gnecchi Ruscone – L.G.R. – Profumo d’Africa

Il Continente Nero ha segnato la vita professionale e privata di Luca Gnecchi Ruscone.

Luca-Gnecchi-Ruscone----L.G.R.---Profumo-d-AfricaLa storia L.G.R, giovane realtà tutta italiana, è legata al passato del suo fondatore, Luca Gnecchi Ruscone.
Alcuni anni fa, durante un viaggio ad Asmara con il nonno, ritrova nel negozio di ottica di famiglia alcuni occhiali da sole risalenti al periodo coloniale ed importati dall’Italia 50 anni prima.
L’Africa lo segna profondamente e decide di intraprendere una nuova avventura imprenditoriale che si basa su una sfida precisa: fare rivivere il glamour di quella collezione. Luca studia i modelli, li contestualizza e ne migliora la qualità alla luce delle nuove tecnologie senza perdere l’essenza della loro anima: l’artigianalità.
Nasce così una linea caratterizzata da alcuni elementi ben precisi: il viaggio, la ricerca e la proiezione verso orizzonti infiniti dove la meta è il viaggio stesso e l’esperienza che porta.

La sua società nasce dal rapporto privilegiato con l’Africa: ci racconterebbe la vostra storia?
Ho un legame molto stretto con il continente africano, sia da parte materna che paterna. Mio nonno materno lavorava in Eritrea come fotografo per l’Istituto Luce, mentre mio padre vive in Kenia da 25 anni. Sono paesi completamente differenti: il Kenia ha vissuto il colonialismo inglese durante il quale la popolazione viveva separata dagli inglesi che frequentavano luoghi esclusivi quali club e circoli. In Eritrea era diverso: gli autoctoni diventavano amici degli italiani, si mischiavano, facevano affari. I nostri compatrioti hanno costruito edifici, case e palazzi con lo scopo che durassero nel tempo; tra di essi ci sono il bellissimo Bar Vittoria e il Cinema Impero che sono stati realizzati con dettagli e finiture raffinate, tipiche del gusto che ci contraddistingue. Asmara è la copia di una città italiana degli anni Trenta. La trovo meravigliosa. Gli inglesi invece arrivavano con le tende, non costruivano case o palazzi. Erano solo `di passaggio’.

Quali sono stati i momenti più importanti del mese che ha passato con suo nonno ad Asmara?
Sicuramente ho provato una fortissima emozione quando ho visto l’edificio che ospitava al piano terra il primo negozio di ottica di mio nonno e sopra l’appartamento dove ha vissuto mia madre fino ai 10/12 anni. È stata un’esperienza indimenticabile. Mi ha colpito tantissimo vedere che il tempo sembrava non essere passato: in casa c’erano i compiti di mia madre, le cornici in argento con le foto di famiglia… Era una parte importante del mio passato. Anche nel negozio tutto era immutato: c’erano cassetti in mogano con occhiali fermi da cinquant’anni. Li ho provati per gioco ma, le assicuro, che era ancora lontana l’idea di farli `rivivere’. Ero però affascinato da come erano costruiti, dai dettagli. Emanavano una forza e un fascino particolare.

Quali sono i valori che accomunano i suoi occhiali con quelli ritrovati nel negozio del nonno?
Tutto. La collezione è stata affidata a un laboratorio artigianale del Sud Italia. A quei tempi le lavorazioni erano artigianali e in ogni paese c’era chi costruiva gli occhiali e ho voluto fin dall’inizio proseguire questa tradizione.

Quali sono le caratteristiche delle sue collezioni?
Mi devo ripetere: l’utilizzo di metodi produttivi non industriali. Quindi: lucidatura realizzata a mano in più fasi, stampo a caldo e non a laser o con la serigrafia, utilizzo dell’acetato con spessori superiori rispetto alla media e lenti in vetro minerale con trattamenti esclusivi per quasi tutta la collezione.

Quale percorso stanno seguendo i suoi occhiali?
La contemporaneità: da un lato voglio portare con me il vissuto della mia famiglia, dall’altro devo inserire i miei occhiali nella contemporaneità. Per esempio, abbiamo introdotto nella collezione l’acciaio inossidabile ultrasottile fototranciato con cerchi in acetato con lo scopo di conferire un’atmosfera latino-italiana all’occhiale.

C’è un fil rouge nel design delle montature in generale?
La nicchia è costellata da identità diverse, che esprimono personalità differenti. Non c’è un trend generale che comandi. Ad esempio, vedo che molti brand stanno proponendo il doppio ponte in acciaio che noi abbiamo presentato quasi due anni fa. I big hanno capito che i piccoli con un’identità forte possono competere nel giro di un click, anche se, a differenza loro, non hanno la stessa forza distributiva e produttiva. Credo che i Créateurs abbiano un’identità precisa e forte e noi, in particolare, vogliamo esplorare nuove vie.

Quali sono i mercati di riferimento per L.G.R.?
L’Europa in primis. La mia strategia prevede una penetrazione graduale dei singoli continenti. Al momento l’Asia sta dando un ottimo feedback.

Qual è il messaggio che vorrebbe trasmettere agli ottici italiani?
Abbiate più coraggio e credete nella vera qualità artigianale italiana per riprendere il vero Made in Italy. Anzi, il 100% Made in Italy, dicitura che caratterizza i nostri occhiali.

Vi vedremo al prossimo Silmo?
Certamente con furore e con una sorpresa!

Cosa presenterete?
Un’inedita collezione da vista.

E la sorpresa?
I nostri lettori a questo punto saranno curiosi… Li aspetto a Silmo per mostrarla!