Nuova Ottica – Alessandro Bleve – Rombo dal passato

nuova-ottica-alessandro-bleve-rombo-dal-passato-PlatformOpticPoco meno che quarantenne, Alessandro Bleve ha già realizzato parte dei suoi sogni: l’acquisto e il restauro di mezzi di trasporto retrò e l’ampliamento del proprio gruppo attraverso la compartecipazione dei suoi dipendenti.

Pur seguendo le orme del padre, Alessandro Bleve decide di non rilevarne l’attività e, insieme al fratello Corrado, nel 1997 apre il suo primo centro ottico a Cerea (Verona), Nuova Ottica. Dopo aver lavorato insieme per un breve periodo, Alessandro, allora ventenne e ancora inesperto, decide di “farsi le ossa” e si trasferisce presso un altro datore di lavoro, un ottico storico della città di Rovigo.
Un anno e mezzo circa dopo i due fratelli si ricongiungono e aprono un secondo punto vendita sempre nella provincia di Verona, questa volta a Castel D’Azzano, un comune alle porte della città scaligera. Da lì in avanti, complice una politica di vendita particolarmente efficace abbinata a un piano massiccio di marketing fatto di campagne promozionali e comunicazione a vari livelli, dalle tv locali alla radio, girando anche spesso spot dove i due prestano la loro figura, in poco tempo aprono altri punti vendita sparsi nella provincia. Attualmente i centri ottici sono otto, di cui sei nel veronese, uno nel mantovano e uno nella provincia di Brescia. Un nono negozio in fase di realizzazione a Desenzano del Garda che sarà inaugurato a breve.
Alessandro non solo è un imprenditore che ha sfidato e vinto la crisi, nei suoi piani c’è un progetto ambizioso che ha già iniziato in parte: trasformare i suoi dipendenti in imprenditori, rendendoli compartecipi di Nuova Ottica, come ci ha dichiarato: “A 37 anni compiuti la mia soddisfazione più grande sta soprattutto nel gruppo di persone con cui ho la possibilità di lavorare ogni giorno. Considero la Nuova Ottica, più che una piccola azienda, una grande famiglia composta da 25 collaboratori, tutti ottici e optometristi, che ritengo anche miei amici. Il mio progetto (…) punta ad aprire altri punti vendita coinvolgendo il più possibile il personale stesso con cui lavoro da tempo”. Nel tempo libero (poco a dire la verità) Bleve si dedica alla ricerca e all’acquisto di moto, vespe e auto d’epoca e si diletta a rimetterle a nuovo.

Tuo padre è ottico. Quando hai iniziato a “bazzicare” nel suo negozio?
Non prestissimo in realtà. A 13 anni sono entrato per la prima volta nel punto vendita di mio padre e mi ricordo che sono rimasto affascinato dalla molatrice: l’immagine più viva è proprio quella di papà seduto a lavorare le lenti. Imparai che quella macchina si chiamava “molatrice” e mio padre, che aveva percepito l’effetto che quel macchinario aveva su di me, per occuparmi il tempo, mi dava alcune lenti di scarto e mi invitava a sagomarle sulla mola.

Qual è stato il tuo percorso di studi?
Mi sono diplomato a 18 anni come perito elettronico industriale e dopo una breve parentesi lavorativa, ho conseguito il diploma di ottico e optometrista a Roma presso l’Istituto Vittorio Alfieri.
Come mai nel 1997 hai deciso di aprire insieme a tuo fratello Corrado il vostro primo negozio senza rilevare l’attività paterna?
Perché entrambi avevamo provato a lavorare insieme a nostro padre ma avevamo una visione differente: lui è un ottico “di vecchio stampo” e non voleva attuare certi cambiamenti all’interno del suo negozio.

A che cambiamenti ti riferisci?
Ad esempio al sistema di misurazione della vista che volevamo effettuarlo con un forottero computerizzato e non con la classica “cassettina” delle lenti. Avevamo visioni differenti anche nella gestione delle anagrafiche: papà si rifiutava di utilizzare il computer!

Dopo questa iniziativa decidi di “fare un passo indietro” e vai a lavorare come dipendente presso un ottico di Rovigo. Ci racconteresti questa esperienza e indicheresti le motivazioni che ti hanno portato a tale scelta?
È stata un’esperienza molte forte, molto formativa perché, dopo un paio di mesi che lavoravo presso il suo punto vendita principale, mi ha affidato la gestione completa di un altro centro ottico nella provincia di Rovigo, ad Albarella per la precisione. Così, all’età di 21 anni, mi sono ritrovato a gestire completamente tutte le responsabilità del negozio.

Come è andata l’apertura del vostro primo punto vendita?
Non disponendo di grandi somme, abbiamo acquistato un arredamento di seconda mano da un ottico di Varese e abbiamo curato tutto il montaggio e l’installazione da soli. Ci siamo improvvisati falegnami oltre che ottici.

Qual è ora l’asset del vostro gruppo?
Abbiamo nove punti vendita: nella provincia di Verona (Cerea, il primo centro ottico che abbiamo aperto, Castel D’Azzano, San Giovanni Lupatoto, Castelnuovo del Garda, Valeggio sul Mincio, Villafranca di Verona), uno nella provincia di Mantova a Castiglione delle Stiviere, e nella provincia di Brescia a Montichiari, e Desenzano del Garda, che apriremo prossimamente.

Perché non aprite nelle città?
In realtà abbiamo in programma un’apertura a Verona. All’inizio non è stato fatto perché abbiamo voluto rafforzarci e creare un gruppo consolidato e conosciuto per poter concorrere con gli ottici storici della città.

Nonostante la crisi siete cresciuti…
In realtà non l’abbiamo mai sentita e abbiamo aperto quasi un punto vendita all’anno con un trend di bilancio in crescita.

Quindi qual è il vostro segreto?
Il nostro slogan: “Siamo convinti di proporre la migliore qualità al miglior prezzo.” Prestiamo particolare attenzione alle politiche commerciali mirate in base all’età.

Un esempio?
Fino ai 18 anni regaliamo le lenti da vista a chi acquista un qualsiasi occhiale.

Quanti collaboratori hai?
Due soci oltre a mio fratello e 25 dipendenti.

Qual è il rapporto con loro?
Ci sentiamo più che una piccola azienda una grande famiglia: ci frequentiamo anche al di fuori del lavoro. Con loro condivido la passione per questo lavoro, la dedizione e l’impegno nel migliorare e raggiungere gli obiettivi che di volta in volta ci prefiggiamo. Siamo un gruppo giovane, l’età media si aggira poco più al di sopra dei trent’anni, e c’è un ottimo affiatamento tra i veterani e i nuovi arrivati che si sono aggiunti.
Come gruppo spero di crescere ancora e di dare l’opportunità ad altri di conseguire un sogno: quello di aprire, un giorno, un negozio di ottica tutto per loro in compartecipazione con Nuova Ottica.
Gli ultimi due punti vendita sono stati infatti aperti in compartecipazione con due dipendenti, Cristina e Mauro, che, dopo aver lavorato per qualche anno con noi, hanno creduto nel progetto di crescita e ora sono diventati soci di un punto vendita a testa. Ora anche loro possono provare la maggiore soddisfazione che deriva dal lavorare in proprio! Il mio progetto infatti, sulla base di questi esempi, punta ad aprire altri punti vendita coinvolgendo il più possibile il personale stesso con cui lavoro da tempo. Chi meglio di loro può comprendere la filosofia di Nuova Ottica? Spero che, come Mauro e Cristina, molti altri possano ‘azzardare’ la stessa scelta cogliendo l’opportunità di avere alle spalle la solidità di un marchio che ormai è una delle realtà più importanti della zona.
Non si tratta di un franchising ma di una compartecipazione al 50% dove Nuova Ottica mette a disposizione dei suoi soci la propria esperienza, le conoscenze consolidate nel settore, il suo marchio e il lay-out per realizzare il sogno di diventare imprenditori di se stessi. Con questa attitudine mi auguro di incontrare nella vita altri amici e soci con cui condividere, ampliare e continuare questo cammino iniziato 18 anni fa che si chiama ‘Nuova Ottica’.

In questa ottica quali sono i tuoi piani futuri?
Aprire più punti vendita possibili e coinvolgere il numero più ampio di collaboratori…

C’è un unico lay-out che caratterizza i tuoi punti vendita?
Un unico lay-out che renda riconoscibile il marchio con un arredamento minimal declinato in colori chiari abbinato a luci a led per illuminare gli occhiali.

Quali sono i Créateurs più all’avanguardia secondo te?
Ic! Berlin e Etnia Barcelona. Tra i minimal e ultralight scelgo i Silhouette.
Nuova Ottica è anche produttore di occhiali: 7.8 supervintage. Quando è nata l’idea di crearli e qual è il mood della collezione?
Il progetto è ancora in fase embrionale, è una collezione dal sapore retrò su cui monteremo lenti polarizzate sul sole. Usiamo l’acetato di cellulosa che crea l’effetto simil-legno.

Perché avete scelto questo effetto?
Per sottolineare il sapore d’antan… Non vedo altre alternative.
Passiamo alla tua passione per le moto e vespe, auto vintage. Cosa ti piace del restauro e quando hai iniziato?
Quando ho deciso di acquistare la mia prima moto a 29 anni. Valutando i vari modelli mi sono trovato di fronte a un Triumph Bonneville T100 ed è stato amore a prima vista e da lì ho capito che non mi piacevano le moto moderne ma quelle dal gusto retrò, tipo Cafè Racer. Da quel momento mi sono dedicato alla ricerca di moto, vespe, lambrette e auto restaurate.

I mezzi d’epoca sono affascinanti ma possono creare problemi durante il loro utilizzo…
È vero, sono molto belli ma spesso inaffidabili. Mi ricordo ancora quando una Vespa che mi ha lasciato a piedi sulle colline intorno a Desenzano dopo solo 30 minuti dal suo primo collaudo!

Se dovessi proiettarti nel futuro, come immagini la tua vita lavorativa e personale?
Per quanto riguarda la mia vita lavorativa, mi vedo sempre sicuramente nel mondo dell’ottica e spero di allargare il progetto “Nuova Ottica”. A livello personale, spero un giorno di poter avere la possibilità e il tempo di eseguire di persona un restauro, magari di una lambretta!