Tra il dire e il fare, c’è di mezzo Dadi Dreucol

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di CRISTINA BIGLIATTI

Come spesso accade nel mondo dell’Arte Urbana, Dadi Dreucol – giovane e promettente artista Malagueňo – preferisce separare la sua identità personale da quella artistica.<br> Questo misterioso ragazzo ha cominciato ad esprimersi attraverso le pitture murali, per poi estendere i suoi lavori alle altre arti, inserendo all’interno delle sue opere diverse influenze che vanno dal disegno alla fotografia, dal video alle installazioni.<br> Un artista completo, che unisce la realizzazione pratica dei suoi lavori ad un’analisi teorica molto profonda. Ha appena concluso la sua mostra personale alla Galleria di Arte Contemporanea GACMA del capoluogo Andaluso e noi l’abbiamo incontrato per svelare qualche segreto che riguarda la sua Arte.<br><br> Chi è Dadi Dreucol?<br> Dadi Dreucol è un concetto nato per investigare l’area urbana della mia città e per analizzarla da un punto di vista artistico. Questo processo, per essere coerente e completo, implica un’azione diretta e pratica, oltre che teorica.<br><br> All’interno delle tue opere è sempre presente un uomo barbuto: ci puoi rivelare la sua identità?<br> Realizzo diverse serie contemporaneamente, la più ampia è “Una Vida” all’interno della quale convivono diversi personaggi; uno di quelli, il più conosciuto, è appunto l’uomo barbuto. Disegno questo omino per rappresentare una persona libera dalle mode o da segni particolari. È come se fosse un nuovo selvaggio della società contemporanea. Lo utilizzo per esprimere alcune riflessioni che appartengono al mondo esterno e al mio mondo interiore.<br><br> Come iniziò la tua attività di artista?<br> Ho cominciato da adolescente realizzando Graffiti. Questo mi ha portato più avanti ad appassionarmi al mondo dell’arte, così ho cominciato a studiare all’Accademia di Belle Arti. Qui ho iniziato ad interessarmi alla teoria e ad altri fattori artstici che tutt’ora continuo ad investigare.<br><br> Sei sempre stato riluttante ad esporre all’interno di istituzioni artistiche, però nell’ultimo anno ti abbiamo visto come protagonista in ben due mostre: cos’è cambiato rispetto al passato?<br> Non è che non volessi esporre all’interno di istituzioni artistiche, è che le opportunità che mi hanno proposto fino a qualche tempo fa non mi sono mai sembrate interessanti e perdipiù non mi sentivo ancora pronto per accettare determinate sfide. Ho sempre preferito pazientare e migliorare.<br> Non mi ha mai ossessionato il fatto di collezionare mostre all’interno del mio curriculum, preferisco che sia breve ma coerente.<br><br> Hai già qualche progetto per il futuro?<br> Dopo aver lavorato per molti mesi all’interno del mio studio e dopo aver intrapreso diverse attività parallele di formazione fuori dalla Spagna, ho deciso di dedicare quest’anno a continuare la mia investigazione teorica e a riprendere il ritmo delle mie attività in strada. Sento il bisogno di ripensare a nuovi percorsi e ad innovative linee guida per realizzare i lavori che ho in mente.