Una miniera di occhiali
GIULIA GEROSA – Politecnico di Milano
A Budapest c’e un centro ottico che si lega alla storia del quartiere di Kőbanya dove gli occhiali da sole sono venduti in uno spazio che richiama l’immaginario della miniera estrattiva, creando un contrasto tra luogo legato al buio e prodotto che protegge dalla luce.
Molti edifici rappresentativi dell’architettura del XIX secolo di Budapest, come ad esempio il Ponte delle Catene, la cittadella della collina Gellért, la chiesa di Mattia, il Bastione dei Pescatori e anche il Teatro dell’Opera, sono stati realizzati utilizzando il calcare di Kőbánya, storico quartiere della città il cui sottosuolo è percorso da gallerie realizzate dall’industria mineraria per l’estrazione della roccia sedimentaria e dismesse nel 1890.
Ed è proprio al mondo della miniera che si ispira World of vision, il negozio di occhiali realizzato nella capitale ungherese dallo studio di architettura e grafica Miklos Kiss in collaborazione con Görög Ferenc Gábor.
Situato all’interno dell’Arena Plaza, lo spazio si presenta ai passanti attraverso una grande parete vetrata cielo-terra all’interno della quale è stato ricavato l’ingresso dello spazio vendita.
La vetrata è rivestita con una grafica all black che disegna il volto di una donna con grandi occhi spalancati che attirano immediatamente l’attenzione del visitatore. Il viso è ricoperto di scritte che, avvicinandosi, si scoprono essere i nomi di tutti i brand presenti nello store.
Si crea così una sorta di vedo-non vedo che lascia trasparire l’interno del negozio attraverso il filtro della grafica, permettendo all’utente di avere un doppio livello di lettura dello spazio.
All’interno le pareti sono dipinte in modo irregolare di grigio scuro e chiaro a sottolineare il concept che ha guidato i progettisti durante tutto il percorso creativo.
Un tappeto lineare, sempre grigio, dirige l’utente verso la zona cassa, costituita da un vecchio vagoncino da miniera riadattato che poggia su due tronconi di rotaia. Sul vagone si può notare il numero progressivo di identificazione e i molti segni lasciati dall’usura che raccontano, ancora una volta, il passato di Kőbánya. Tutti gli impianti sono a vista riconducendo ad un ambiente industriale che si ritrova anche nella scelta dei corpi illuminanti.
Gli espositori, che rivestono le due pareti laterali dello spazio, sono realizzati con blocchetti in calcestruzzo sovrapposti come in una sorta di industrial work in progress dove i prodotti sono esposti nei fori rettangolari. All’interno di ogni foro la parte inferiore è rivestita in tessuto grigio mentre la parete di fondo è costituita da uno specchio che permette di avere immediatamente una visione a 360 gradi del prodotto. Nella parte superiore un faretto con ghiera in acciaio lucido illumina il prodotto facendone risaltare ogni singolo dettaglio.
Completa lo store un sistema di arredi in metallo costituito da armadietti neri, sapientemente decorati con stickers e stencil che raccontano ancora una volta l’idea di luogo di lavoro, come se ci trovassimo in uno spogliatoio in cui ogni lavoratore abbia personalizzato il suo spazio. Le sedute, sempre in metallo nero, progettate appositamente per World of vision sono cubi che, nelle facce laterali, si caratterizzano per le quattro “X” in tondini di ferro, rimando anch’esso all’idea di spazio industriale.
L’ambiente diventa una sorta di ossimoro rispetto al prodotto venduto, un paradosso che rappresenta la miniera, uno spazio buio per antonomasia per presentare oggetti creati per proteggere dal sole che punteggiano le pareti come gemme pronte per essere estratte.