Una storia italiana.

Figlio di emigrati in Venezuela, l’ottico del mese di aprile, ha trovato in Abruzzo il suo destino

Massimo De Gabrielis è titolare del Centro Ottico Specialistico a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo. La sua vita, come quella di molti italiani, si svolge tra Caracas – dove erano emigrati suoi genitori – e l’Italia, paese di origine della sua famiglia. Il ritorno nel Bel Paese e l’avvio alla professione sono legati a una serie di coincidenze. Attualmente gestisce il suo store insieme al figlio Alberto e svolge consulenze come contattologo.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente ed ecco il risultato della nostra chiacchierata.

DOV’È LOCALIZZATO IL SUO CENTRO OTTICO?
Il mio store è a Roseto degli Abruzzi, sul litorale adriatico, fra Pescara e Giulianova. Nel periodo invernale la città accoglie circa 25 mila abitanti, in estate naturalmente arrivano i villeggianti e, di conseguenza, questo numero aumenta.

È L’UNICO OTTICO A ROSETO DEGLI ABRUZZI?
No, ci sono altri quattro centri ottici.

QUAL È LA SUA STORIA?
Ero venuto in Italia per studiare biologia a Bologna, ma mi sono ritrovato in un ambiente completamente diverso rispetto a quello in cui ero cresciuto in Venezuela. Sono quindi tornato a Caracas dai miei e un carissimo amico di famiglia, titolare di un centro di contattologia, mi offrì l’opportunità di lavorare nel suo store. Quindi, mentre studiavo optometria, ho iniziato a collaborare con lui. Successivamente, ho fatto il contattologo in un centro. Un giorno, mentre ero in Italia in vacanza, trovai un giornale in cui era pubblicato un annuncio dove veniva richiesto un optometrista. Mandai il mio curriculum vitae per scherzo, feci un colloquio di un’ora con il sig. Perris di Ottica Perris il quale mi disse che avrei potuto iniziare anche il giorno dopo e così è iniziata la mia avvenuta a Ravenna. Nel 1985 sono venuto a conoscenza di un’attività che stavano cedendo a Roseto e da lì è iniziata la mia attività imprenditoriale. Parallelamente, ho fatto e faccio tuttora consulenze nel campo della contattologia e protesi oculari presso altri centri ottici. Avendo lavorato all’estero nel settore della contattologia, anche nella fabbricazione delle lenti a contatto, ho cercato di impostare questa attività come elemento distintivo all’interno del mio centro ottico. Ovviamente, essendo un negozio commerciale abbiamo inserito gli occhiali e ci occupiamo di refrazione.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE CHE LA PORTANO A SCEGLIERE I PRODOTTI?
Abbiamo sempre cercato di impostare il discorso sulla qualità, la tendenza da un punto di visto stilistico e la qualità delle lenti utilizzate per fare occhiali da vista. Per esigenza del mercato vendiamo occhiali sia commerciali sia di tendenza.

CI DELINEEREBBE IL PROFILO DELLA SUA CLIENTELA? È CAMBIATO NEGLI ANNI?
Sì, è cambiato. All’inizio venivano soprattutto per curiosità, poi si sono resi conto della mia preparazione. Essendo il mio negozio situato in una località turistica, la clientela varia anche in base alla stagione. Il range è medio-alto: dai 35/40 fino ai 60 anni. D’estate ci sono molti giovani che, attirati dalle vetrine, decidono di entrare. C’è un marchio che mi ha aiutato molto ad accrescere il business di questa fascia: Original Vintage Sunglasses. L’interesse è addirittura cresciuto nel tempo. Naturalmente, non tralascio il valore degli altri marchi che vendo.

QUAL È IL RAPPORTO CON GLI OFTALMOLOGI CON CUI COLLABORA?
Negli anni si è instaurato un rapporto basato sulla trasparenza con tutti gli oftalmologi della zona: c’è una forte collaborazione. Se noto qualcosa nei miei clienti, li indirizzo da loro e loro fanno altrettanto, rivolgendosi a me per una consulenza quando lo ritengono necessario.

QUALE VALORE DÀ ALLA FORMAZIONE?
È fondamentale perché ti permette di dare consigli ai tuoi clienti. Spesso gli oculisti non hanno il tempo per gestire il paziente anche sotto questo punto di vista. I pazienti quando vengono si sentono rassicurati e accettano le spiegazioni: avendo studiato optometria ho avuto come docenti oculisti, optometristi e questa formazione mi permette di parlare con loro.

QUANTI ADDETTI CI SONO NEL SUO NEGOZIO?
Mio figlio Alberto ed io. Lui è un ottico.

COSA HA PORTATO ALBERTO NEL SUO STORE?
Una ventata di freschezza, di gioventù. È lui che vede i campionari e sceglie. Si occupa anche delle nostre pagine social Facebook e Instagram.

IL MATERIALE POP HA ANCORA UN RUOLO FONDAMENTALE?
Assolutamente sì. La stragrande maggioranza dei fornitori l’ha ridotto. Le vetrine hanno un ruolo fondamentale: inseriamo elementi esterni che creano curiosità. A Natale, ad esempio, abbiamo inserito i giochi antichi, oggetti di scultori e piccoli artigiani, tendoni rossi… In estate abbiamo messo della sabbia con i motivi estivi.

COSA LE CHIEDERANNO I SUOI CLIENTI PER LA PROSSIMA ESTATE?
Colore, molto colore e tanta sobrietà. Questo secondo me sarà il mood.

QUALE SARÀ IL FUTURO DELLA SUA PROFESSIONE?
L’importante è essere professionale, non essere solo dei venditori. Su Internet si fanno acquisti pazzeschi e non si capisce come facciano ad avere quei prezzi. La professionalità, la conoscenza e gli aggiornamenti sono la chiave per il futuro.