Validazione del metodo QUEST per la misura dell’acuità visiva con l’ottotipo computerizzato Vision Chart

A CURA DI SOPTI SOCIETÀ OPTOMETRICA ITALIANA

Affinché una misura sia valida e confrontabile con altre misure analoghe, è necessario seguire dei precisi standard di riferimento; in quanto questo garantisce la ripetibilità del risultato, indipendentemente da chi realizza la misura. Per quanto riguarda l’acuità visiva questi standard sono stati definiti da una serie di convenzioni tra gli anni 60 e 90 del novecento.
Nonostante ciò ancora oggi, in molti casi, le procedure non corrispondono a queste convenzioni.
Un ottotipo che rispetta gli standard internazionali per la misura dell’Acuità visiva è l’ottotipo computerizzato Vision Chart della CSO, il quale permette una presentazione a tabella, 5 lettere a riga singola e 1 singola lettera proiettati in modo manuale e con il metodo QUEST.
Il metodo QUEST, proposto da Watson e Pelli (1983), consiste in una sofisticata procedura psicometrica, mirata ad individuare il più probabile valore di soglia (Calossi e Boccardo, 2010). Il software sceglie la dimensione delle lettere in modo automatico e, a seconda delle risposte corrette o meno, aumenta o diminuisce la grandezza delle lettere.
Se il soggetto risponde correttamente, il sistema presenta, successivamente, una lettera più grande e prosegue così fino a che il soggetto non cade in errore; in tal caso propone una lettera più piccola così da trovare il più probabile valore di acuità visiva presentando per diverse volte lettere della stessa grandezza. In particolare, il sistema, ogni volta che il soggetto risponde correttamente, aumenta la dimensione della lettera di due unità logaritmiche e quando sbaglia diminuisce di una unità logaritmica.
Dopodiché, se sbaglia nuovamente, diminuisce di mezza unità logaritmica oppure se risponde correttamente, la dimensione della lettera aumenta di mezza unità logaritmica e così via diminuendo o aumentando sempre in minor quantità. Alla fine, dà come risultato, non più un singolo valore di acuità visiva, ma un grafico (Fig. 1) con le risposte date, la soglia di acuità visiva in due unità di misura scelte e il relativo intervallo di confidenza.
La risultante funzione psicometrica indica la relazione tra la misura fisica dello stimolo e la probabilità della risposta psicofisica. Tale procedura è definita adattiva in quanto fa uso di scale che riducono o aumentano l’intensità dello stimolo sulla base delle risposte del soggetto.
Approcciarsi al metodo QUEST offre diversi vantaggi in quanto le informazioni rilevate non sono fini a se stesse, ma il sistema le usa per proporre la lettera successiva e questa memoria può essere suddivisa in informazioni sulla forma della funzione psicometrica e sulla conoscenza della soglia. Inoltre, le procedure classiche non danno informazioni riguardo la funzione psicometrica che sta dietro l’acuità visiva e non verificano l’effettivo valore di soglia, ma prendono come riferimento un certo valore senza controllarlo…

Allegato:
Professional_validazione-del-metodo-quest-per-la-misura-dellacuita-visiva-con-lottotipo-computerizzato-vision-chart_Platform_Optic_nov_dic_2018.pdf