Veronika Wildgruber – Strange loving objects

Incontriamo Veronika Wildgruber una delle voci emergenti più significative nel mondo dell’occhiale.

L’estro artistico della Wildgruber è il risultato di un percorso che la vede impegnata con attività sia nel mondo del design puro che del fashion (è una dei collaboratori della maison hermès paris). Con gli anni è riuscita a fare affluire questa sua poliedricità espressiva nella sua linea omonima, caratterizzata da dualismi di materiali e di colori. Il risultato è un approccio fresco e innovativo all’occhiale, tanto da averle fatto ottenere il Silmo d’Or nel 2017.

Ci racconteresti il tuo background formativo come designer?
Ho studiato Industrial Design alla Libera Università di Bolzano. Poi, per 4 anni, ho lavorato come Assistant Designer a Parigi in diversi studi di design prima di mettermi in proprio.
Lavoro principalmente nel campo del design per la casa, collaborando con aziende come Ligne Roset e Authentics. Per il marchio di alta moda Hermès Paris invece disegno patterns per articoli in seta, come cravatte o foulards.

Perché hai deciso di disegnare occhiali?
È un po’ capitato per caso. Ho incontrato Jacques Durand a Parigi – quando lavorava ancora con Alain Mikli – il quale mi ha chiesto di progettare una montatura: era curioso di vedere l’approccio di un designer che non aveva mai progettato occhiali.
Il primo modello che ho prototipato – con del cartone tagliato e piegato – l’abbiamo quindi realizzato insieme nel 2010 e ha vinto subito il Silmo d’Or. Questa sorpresa mi ha spinto a pensare seriamente di disegnare una collezione di occhiali.

Ti aspettavi di vincere il Silmo D’Or?
Nel 2010 sicuramente no, all’epoca non sapevo nemmeno cosa significasse! Nel 2017 avevo certamente una speranza, però non immaginavo l’avrebbero dato a me, considerata la concorrenza. Quasi ogni marchio invia un occhiale…

Quali sono le tue fonti di ispirazione?
L’architettura, l’arte e la vita urbana.

Qual è il Leit Motiv delle tue collezioni?
Mi piace lavorare sulla fusione di due forme, dando così vita ad una terza nuova configuarzione.
Possono essere due sagome che si sovrappongono o s’intersecano, spessori o materiali diversi che vengono composti per creare un nuovo linguaggio formale sconoscuto ma armonico.

A quale pubblico ti rivolgi?
A persone dotate di una certa sensibilità estetica che ricercano e scelgono con cura gli oggetti che che li circondano e gli articoli che indossano.

Ci racconteresti la tua ultima collezione?
La mia ultima collezione è composta da montature dotate di un basso rilievo. Due livelli con un trattamento di superficie diverso, la parte più in avanti è lucida, mentre quella bassa è satinata per sottolineare lo stacco delle due forme. Per la prima volta ho anche utilizzato colori cangianti e con un effetto metallico.