La promozione del savoir-faire.

La difesa e la promozione dell’artigianalità sono un impegno fondamentale per LVMH e Thélios.

La valorizzazione dei mestieri artigianali fa parte della strategia di LVMH che nel 2014 ha realizzato il programma globale Métiers d’Excellence con l’obiettivo di valorizzare coloro che svolgono lavori nei settori della creazione, dell’artigianato e della customer experience, e la trasmissione di circa 200 Métiers d’Excellence svolti all’interno delle Maison del Gruppo.

Da quest’anno è stato coinvolto anche Thélios… scopriamo com’è andata dalle parole di Sara Osculati, Chief Brand e Product Officer di Thélios.

Quanto è importante per voi l’artigianalità e attraverso quali strumenti la promuovete?

Tantissimo. Nel 2014 il Gruppo LVMH ha creato in Francia il programma di formazione Métiers d’Excellence. L’iniziativa mira a sostenere e a promuovere le competenze artigianali sia all’interno delle aziende del gruppo, sia quelle delle scuole e degli istituti che si dedicano alla formazione di questi mestieri. Il programma nel 2017 è approdato in Italia e quest’anno anche in Giappone e Germania. Lo scorso luglio è stato aggiunto un ulteriore tassello a questo progetto.

L’accordo “WE for ME” (“Worldwide Engagements for Métiers d’Excellence”), in cui Thélios e le altre Maison del Gruppo hanno firmato il loro impegno a far conoscere il valore di 200 mestieri a un pubblico più ampio, con il duplice obiettivo di attrarre i giovani verso di essi e di sensibilizzare le istituzioni sull’importanza di sostenere e valorizzare questi profili.

A ottobre a Parigi si è svolta la cerimonia per celebrare i virtuosi di questi mestieri, tra cui il francese Mathieu Jamin, Chief Design Officer di Thélios. Il 19 novembre saranno celebrati i virtuosi italiani a Firenze e per Thèlios sarà protagonista Enrico Cori, responsabile del reparto prototipia di Longarone.

Quali caratteristiche o competenze in particolare vi hanno portato a questa selezione?

Mathieu – forte di un knowhow ultraventennale – ha la capacità di sapere interagire con i direttori creativi delle Maison e tradurre i loro pensieri, ispirazioni e creazioni nell’eyewear. Enrico da più di 15 anni si occupa di prototipia ed è capace di trovare nuove tecnologie unendole al savoir faire artigianale.

La liason che crea è sorprendente. La prototipia per noi è un reparto molto importante perché ci permette di essere presenti nelle strategie di comunicazione delle Maison e di poter presentare i nostri modelli durante le sfilate, che hanno un numero di occhiali impressionanti.

Dal 2017 abbiamo partecipato all’iniziativa dedicata a questa lavorazione con Certottica e quest’anno abbiamo rafforzato questa partnership realizzando un programma specifico.

Quanto conta l’elemento artigianalità nella creazione degli occhiali e quanto è presente nelle vostre lavorazioni?

Se prendiamo le tre macro fasi – design, prototipia, produzione – l’artigianalità gioca un ruolo estremamente importante. I nostri designer integrano ampiamente la tecnologia nell’ideazione delle collezioni ma le creazioni più innovative nascono ancora dai disegni. Poi c’è la prototipia, che rappresenta l’equilibrio tra il savoir faire artigianale e la tecnologia.

 

Com’è possibile fare convivere artigianalità e innovazione? Ci faresti un esempio?

Un esempio è il Dior Signature. È l’espressione del savoir faire sotto diversi aspetti: per l’apporto creativo nel disegno di stile, per l’expertise nella fase di prototipia e infine per la successiva produzione che vede il susseguirsi di una serie di fasi meccaniche e manuali, entrambe continuamente monitorate per garantire la massima qualità.

L’applicazione del logo in metallo Christian Dior e la realizzazione con smalto della scritta Paris, sono gli esempi perfetti della combinazione di processi artigianali e industriali per ottenere il livello più alto di qualità nel modello Dior Signature.

L’artigianalità prende per mano il Made in Italy: sei d’accordo?

Sì, e la nostra scelta è stata molta chiara fin dall’inizio: abbiamo realizzato la Manifattura a Longarone. A oggi Thélios ha più di 800 dipendenti, dei quali 600 a Longarone e 200 assunti da inizio anno. Questo è il dato più esplicativo di quale sia stato fatto l’investimento in Italia. Da inizio anno abbiamo assunto 170 persone in Italia.

Qual è il ruolo Thélios nella formazione dei giovani nel mondo dell’occhialeria?

Fin dall’inizio abbiamo puntato moltissimo su giovani: l’età media dei nostri collaboratori è 33 anni. Abbiamo integrato anche giovani alla prima esperienza, formandoli. Abbiamo lavorato sull’equilibrio tra loro e i referenti senior.

Come sarà il 2022 di Thélios?

Ci sarà il lancio di Givenchy appena annunciato, il consolidamento della partnership con Fendi e lo sviluppo del business con Dior, giunto al secondo anno. Tra i nostri brand aggiungerei Celine che per Thélios è un pillar fondamentale in cui abbiamo espresso in modo chiaro l’identità creativa di Hedi Slimane con un prodotto di eccellenza.